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Covid-19: tasso di positività in aumento ma l’andamento attuale non allarma
“L’attuale andamento clinico-epidemiologico non desta allarme, ma richiede attenzione e misure di prudenza”. A dirlo è il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia con diretto riferimento ai numeri contenuti nel bollettino settimanale relativo alla situazione epidemiologica da Covid-19 nella settimana 31 agosto-6 settembre. “Il ministero – ha proseguito Vaia – nell’interesse primario della tutela dei cittadini più vulnerabili, si muove in una duplice direzione. Da una parte misure di protezione e prevenzione per la tutela e sicurezza sia dei pazienti che degli operatori e dall’altra predisposizione di una campagna di vaccinazione annuale che punti a proteggere coloro che in passato sono stati più colpiti da Covid: anziani, fragili, immunocompromessi”.
Dal 31 agosto al 6 settembre sono stati 21.316 i nuovi casi registrati (nella settimana precedente erano stati 14.866) e 94 i decessi (65 nella settimana precedente) mentre il tasso di positività è passato dal 10,5% al 12,6%.
Ad oggi, stando ai dati raccolti nel corso della seconda metà dell’estate, è “EG.5 (discendente di XBB.1.9.2 con mutazione addizionale S:F456L) la variante prevalente (41,9%). Un quadro simile si osserva a livello globale, dove EG.5, e EG.5.1 (EG.5 + S:Q52H), è caratterizzata da un notevole incremento, rappresentando la Variante di interesse (Voi) maggiormente rilevata in Europa, Stati Uniti e Asia 7,8”. Gli studi ad oggi effettuati evidenziano che “EG.5 è caratterizzata da un elevato tasso di crescita che, insieme ad una diminuita capacità di neutralizzazione da parte di anticorpi verso altre varianti, giustificherebbe la sua prevalenza in diversi Paesi”. Ad oggi tuttavia, come anche ribadito da Vaia, “non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ai lignaggi co-circolanti 9”.
Per quanto riguarda le altre varianti osservati speciali a livello internazionale, “si riscontra una stabile prevalenza nel nostro Paese della variante XBB.1.16, mentre i valori relativi a XBB.1.5 risultano in diminuzione (13,4% a fronte del 21,2% della precedente indagine di luglio 2023), così come quelli riguardanti XBB.2.3 (7,8% vs. 12,2% della precedente indagine dell’ISS)”. Si segnala ancora la circolazione di CH.1.1 (discendente di BA.2.75 e classificata come Variant Under Monitoring, VUM, dagli organismi internazionali 3,4), con valori di prevalenza contenuti (2,3%).