Il Covid non molla e neppure si dilegua con le alte temperature estive anche se, come decretato dall’Oms, non esistono per ora evidenze che indichino un cambiamento nella severità della malattia per le sub-varianti attualmente in circolazione. Se in molti attendevano la calda stagione per liberarsi dalla minaccia del virus, i fatti raccontano ben altro: sono 107.786 i test positivi al coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore. Lo stesso giorno di una settimana fa erano stati 94.165 (+14,5%). Negli ultimi 7 giorni (30 giugno-6 luglio) ci sono stati 602.597 casi, in crescita del 43,7% rispetto alla settimana precedente (23-29 giugno). Chiaramente si tratta dei casi tracciati ma molti altri, non sottoponendosi le persone al tampone, non sono documentati. Pertanto, nonostante l’estate per sua natura richiami un’organizzazione outdoor di tutti gli eventi e delle iniziative, l’Italia continua a vivere una fase epidemica acuta caratterizzata da un rilevante aumento dell’incidenza, da una trasmissibilità (sia calcolata su casi sintomatici che su casi ricoverati in ospedale) al di sopra della soglia epidemica e da un aumento nei tassi di occupazione dei posti letto in area medica e terapia intensiva.
In questa fase il Ministero della Salute ribadisce la necessità di continuare a rispettare le misure comportamentali individuali e collettive previste/raccomandate, l’uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento. “L’elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti utili a mitigare l’impatto clinico dell’epidemia”, si legge sul sito.
Intanto, con lo scopo di mappare tutte le varianti Covid in circolazione sul territorio nazionale, l’Istituto Superiore di Sanità, con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e in collaborazione con il Ministero della Salute, le Regioni e le Provincie Autonome, ha promosso una indagine rapida il cui obiettivo sarà quello di identificare, tra i campioni con risultato positivo per Sars-CoV-2 in RT- PCR possibili casi di infezione riconducibili a queste varianti. Questa valutazione prenderà in considerazione i campioni notificati il 5 luglio (prime infezioni non follow-up) da analizzare tramite sequenziamento genomico. La dimensione campionaria per Regione/PA è stata calcolata da Fondazione B. Kessler. Verranno considerate 4 macroaree: Nord-Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), Nord-Est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna), Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), Sud e Isole (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia).
Al momento in Italia l’attenzione è sulla nuova variante Omicron 5. In altre parti del mondo, Regno Unito, India, Canada e Stati Uniti per esempio, è stata individuata una nuova sottovariante, la BA 2.75 che secondo gli esperti potrebbe essere particolarmente contagiosa e avere un’elevata capacità di infettare le persone guarite e vaccinate.