Nella terna dei Paesi più salutari l’Italia guadagna il secondo posto con un’ aspettativa di vita pari a 82,4 anni, preceduta dalla Spagna che invece la supera di un solo punto, con 82,5.
La donna più anziana del mondo si trova in Piemonte, precisamente a Pallanza, una delle frazioni più popolose di Verbania, sul lago Maggiore. Si tratta di Emma che il 29 novembre 2016 ha spento ben 117 candeline garantendosi il primato di “nonna del mondo” e confermando ciò che rivelato recentemente dal rapporto della Commissione europea e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE): chi nasce in Europa non vive meno di ottant’anni.
Grazie alla testimonianza di Emma nata nel 1899, il Vecchio Continente dimostra di essere ancora una volta terra di natali fertili, ma soprattutto una delle aree del globo terrestre in cui l’uomo si è sviluppato antropologicamente adattandosi all’ambiente e ai mutamenti climatici. Tuttavia, vi sono delle differenze sostanziali tra le popolazioni dell’Europa occidentale e i Paesi dell’Est: il report reso noto dall’OCSE sottolinea che i cittadini dei Paesi occidentali vivono in media 8 anni di più rispetto a chi risiede nei territori dell’Europa centrale e orientale.
“Molto deve essere fatto per porre fine alle disuguaglianze”, ha dichiarato Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse spiegando inoltre che l’aspettativa della vita è dunque passata dai 74,2 anni del 1990 agli 80,9 del 2014, anno in cui il continente europeo supera gli ottanta per la prima volta.
Il report tuttavia pur “complimentandosi” con gli europei per la loro longevità raggiunta nel terzo millennio mette in guardia sulle malattie croniche e sui vari fattori di rischio, dall’obesità, al fumo fino all’abuso di alcolici o all’uso di sostanze nocive alla salute, molto presenti nelle abitudini di vita degli europei. Se da una parte, infatti, vi sono casi di uomini e donne che vivono a lungo superando ogni male, dall’altra circa mezzo milione di persone in età lavorativa (dai 20 ai 65 anni) muore prematuramente per attacchi cardiaci, ictus, diabete, cancro e problemi all’apparato respiratorio. Un altro aspetto piuttosto allarmante riguarda ciò che gli europei respirano: stando agli ultimi studi sembrerebbe infatti che l’industrializzazione del Vecchio Continente renda sempre più “grigio” l’ossigeno e che quindi la maggior parte dei disagi riscontrati riguardino proprio la forte presenza di smog nell’aria.
Nella terna dei Paesi più salutari l’Italia guadagna il secondo posto con un’aspettativa di vita pari a 82,4 anni, preceduta dalla Spagna che invece la supera di un solo punto, con 82,5. Al terzo posto, inoltre, si colloca la Lituania con 74,1 (al primo posto per consumo di alcol). Pur essendo uno degli Stati più longevi, l’Italia figura tra i primi posti anche per quanto concerne l’alto tasso di obesità che si assesta intorno al 10,1% in adolescenti che non hanno superato i 15 anni. Un dato che preoccupa non poco l’OCSE, dal momento che si tratta di un Paese sviluppato, dell’Europa occidentale, il cui Sistema sanitario dovrebbe considerare delle soluzioni contro il sovrappeso. In questo senso, più virtuosa dell’Italia è la Romania, la cui aspettativa di vita è di 74,56 anni quasi alla pari della Bulgaria che le è inferiore per una manciata di punti.
Favorita dalla dieta Mediterranea e da prodotti che agevolano la crescita, l’Italia è tra l’altro il paese dell’Europa in cui si consuma più frutta e verdura, e non è un caso se esse sono presenti in tutti i regimi alimentari, sia quelli rivolti a coloro che vogliono perdere peso e grassi, sia per quanto riguarda le diete adottate per aumentare la massa corporea.
Di frutta, verdura e di buon vino si è alimentato, invece, “Tziu Mundicu”, Valerio Piroddi, originario della Sardegna del Sud, precisamente di Villamassargia, che con i suoi 111 anni non solo è diventato l’uomo più longevo d’Italia ma è in pole position per conquistare il primato di nonno più anziano d’Europa. Sembra infatti che il vero segreto della longevità europea sia nascosto tra i verdi monti della Sardegna la cui buona cucina è sbarcata in Bielorussia dal 21 al 27 novembre per partecipare alla “Prima settimana della cucina italiana nel mondo”.
Partendo dal tema proposto dai Ministeri degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, “La cucina tradizionale della Sardegna e i segreti della longevità” ci si è soffermati sulla qualità del cibo, la longevità nell’Isola e il suo rapporto con l’alimentazione. Un dato concreto è che in Sardegna, la seconda isola più estesa del mar Mediterraneo, ci sono più ultracentenari che in tutto il mondo, circa 22 ogni centomila abitanti. Ma perché? Innanzitutto questo ‘dato miracoloso’ lo si deve al paesaggio prevalentemente montuoso che nel tempo ha dato vita a caratteristiche genetiche e antropologiche assenti in altre regioni.
“Sono tanti i fattori che concorrono alla longevità: genetico, sociale e antropologico”, spiega il dottor Luca Deiana, docente dell’università di Sassari. “L’ambiente in cui si vive e l’alimentazione sono importanti, determinante è poi l’affetto familiare, che produce grande serenità”, prosegue aggiungendo che la Sardegna vanta alcuni primati, tra cui: l’uomo più vecchio del mondo, attestato dal Guinness dei Primati 2001: Antonio Todde, nato a Tiana, Nuoro, il 22 gennaio 1889, e scomparso nel 2002, poche settimane prima di compiere 113 anni; e l’uomo più vecchio d’Europa, e al terzo posto in tutto il mondo, nel 2003: Giovanni Frau, nato a Orroli, Cagliari, il 29 dicembre 1890, venuto a mancare il 19 giugno 2003, a 112 anni.