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Cuore: l'infarto si rileva online

UN CALCOLATORE ONLINE IN GRADO DI RILEVARE IL RISCHIO DI INFARTO O ICTUS.
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel mondo: l’infarto è la prima causa di mortalità e l’Ictus la prima di disabilità permanente.
Secondo un’indagine realizzata da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del Malato è emerso chesono 7 milioni e mezzo i cardiopatici nel nostro Paese, cioè oltre il 12 per cento della popolazione. Il 40% delle morti per malattia sono causate da patologie cardiache e il 10% sono dovute a morte cardiaca improvvisa.
Dott. Pablo Werba, Responsabile della Prevenzione Cardiovascolare dell’IRCCSPer l’Organizzazione Mondiale della Sanità le patologie cardiovascolari sono responsabili di circa 17milioni e 300mila decessi all’anno ed entro il 2030 si stima che il numero sia destinato ad aumentare fino a 23 milioni.
I fattori di rischio per lo sviluppo e le complicanze delle malattie cardiovascolari sono legati a scorretti stili di vita (fumo, obesità, inattività fisica,) o a patologie come il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia. Alla luce di ciò, la prevenzione primaria assume un ruolo fondamentale: svolgere attività fisica, seguire un regime alimentare corretto, mantenere un peso equilibrato, controllare lo stress e ricercare i fattori di rischio prima che si manifestano sono le azioni principali che un soggetto sano dovrebbe seguire.
Il rischio c’è in qualsiasi età e quindi non esiste un livello in cui è pari a 0. Come ha spiegato a Mutua Basis Assistance, Dott. Pablo Werba, Responsabile della Prevenzione Cardiovascolare
dell’IRCCS Centro Cardiologico Monzino di Milano “Tutte le misure di prevenzione primaria sono importanti per evitare l’infarto e l’inctus, mentre si parla di prevenzione secondaria quando un soggetto ha già subito un evento vascolare e viene tenuto sotto controllo per evitare la recidiva. Il problema, è che per fare un’efficace prevenzione occorre controllare i fattori di rischio e quanto più sono i fattori non controllati tanto maggiore è il rischio di andare incontro ad un evento. Facciamo un’analogia per rendere meglio l’idea: se abbiamo due soggetti che corrono in autostrada, uno va ad una velocità di 180 km/h e l’altro invece a 130 km/h, nessuno dei due è immune dal rischio di fare un incidente, ma certamente il corridore numero 1 ha una maggiore probabilità”.

Cosa ne pensa degli algoritmi per valutare il rischio cardiovascolare?
“Gli algoritmi possono talvolta essere utilizzati dagli specialisti per fare una prognosi, sebbene non siano strumenti di uso obbligatorio. Il medico attraverso l’algoritmo può avere una stima del rischio del paziente e decidere se, e con che intensità, trattare i fattori di rischio. Tutto dipende dalle caratteristiche della persona: se ho di fronte un paziente che ha uno stile di vita sano e nessuna patologia metabolica la stima del rischio può essere molto bassa (meno del 10% nei prossimi 10 anni), diversamente invece una persona con diabete, pressione alta e una familiarità di problemi vascolari, presenta più di 20% di probabilità di andare incontro ad un infarto o ictus nei prossimi 10 anni”.

È recente la notizia della realizzazione di uno strumento, un calcolatore, che può essere consultato da chiunque tramite web, in grado di verificare il rischio di infarto o ictus entro 10 anni e l’aspettativa di vita. Il fine è quello di aumentare le conoscenze e dare informazioni sul problema.
L’idea, nata in Inghilterra da NHS Choices (National Health Service), il Servizio Sanitario Nazionale britannico, insieme a Public Health England and the British Heart Foundation (BHF) è disponibile online sul sito del Nhs: basta inserire i dati anagrafici e quelli del proprio stato di salute e il calcolatore, in tempo reale, farà il resto.
Ma a chi è maggiormente rivolto questo strumento? L’identikit dell’utente ideale è tendenzialmente una persona maggiore di 30 anni alla quale si richiede di inserire i dati, come età, sesso, la presenza di malattie cardiovascolari, se si è fumatori, peso corporeo, valori del colesterolo totale e HDL, valori della pressione sistolica, se sono trattate le patologie come il diabete, artrite reumatoide, la malattia cronica del rene, la fibrillazione atriale e la presenza di un familiare di primo grado con infarto sotto i 60 anni. L’elaborazione di questi dati, sarà così in grado di determinare i fattori di rischio rispetto alla salute cardiovascolare e il suggerimento è quello di rivolgersi ad un esperto per la gestione del rischio.
La messa in rete di questo strumento ha scatenato inevitabili discussioni, tant’è che un articolo apparso sul The Telegraph ha sottolineato i possibili vantaggi e gli svantaggi del calcolatore, con particolare riferimento alla precisione del mezzo e al rischio che i risultati del test possano dar vita ad ansie con la conseguenza di un uso sbagliato di farmaci senza un preventivo controllo da parte di uno specialista.

Dott. Werba che ne pensa? Può essere esteso anche nel nostro Paese secondo Lei?
“Secondo me non è uno strumento appropriato per i seguenti motivi: innanzitutto è scritto in lingua inglese e, come indicato nello stesso sito dove viene promosso lo strumento, è rivolto solo per la comunità inglese, probabilmente perché l’algoritmo matematico usato per la stima del rischio è basato su dati epidemiologici ottenuti in Inghilterra. L’Italia può avere risultati diversi: i nostri valori di rischio sono sensibilmente inferiori da quelli nordici e quindi l’applicabilità di questo score alla popolazione italiana è questionabile. Inoltre, l’uso di questo score richiede determinate informazioni cliniche da aggiungere per la stima del rischio che può conoscere con precisione il medico e non il paziente”.
Potrebbe essere uno strumento utile ai fini dell’informazione da parte del paziente e per una maggiore prevenzione?
“Lo strumento così com’è stato concepito dovrebbe essere utilizzato dal medico e non dal singolo paziente. Detto questo però, è anche importante fornire al paziente una buona conoscenza dell’argomento per fargli capire qual è il suo rischio e come gestire la propria salute, ma non in questo modo.
Ci sono altri metodi per promuovere salute, fortemente determinati dal rapporto medico-paziente: il medico dialoga con l’utente e gli fornisce le giuste informazioni sulla patologia e fattori di rischio e come controllarli. Al Centro Cardiologico Monzino abbiamo adottato da più di 10 anni questo protocollo nei confronti dei pazienti che hanno già problemi cardiaci. A breve inizieremo a farlo anche per i cittadini sani del quartiere di Ponte Lambro di Milano dove ha sede il Centro, con il progetto “ProSALUTE”, grazie al quale sarà possibile coinvolgere i cittadini nell’adozione di adeguati stili di vita e promozione del controllo dei fattori di rischio. Questo è fare “empowerment” cioè permettere al paziente, con i mezzi adeguati, di conoscere quali sono i corretti comportamenti per avere un cuore sano e di essere motivato ad adottarli”.

L’IRCCS Centro Cardiologico Monzino di Milano, conosciuto anche come “l’Ospedale del cuore”, è il primo e il più grande ospedale in Europa interamente ed esclusivamente dedicato allo studio e alla cura delle malattie cardiovascolari. Fondato nel 1981, questo IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico) è da sempre sede principale delle attività cardiovascolari dell’Università degli Studi di Milano.
Al Monzino i diversi medici operano in sinergia per offrire a ogni paziente un percorso terapeutico che unisce profonde competenze iperspecialistiche alle procedure più innovative e alle tecnologie più avanzate oggi disponibili. Ma il Monzino non è solo un centro di eccellenza per la cura: l’ospedale infatti rappresenta anche un punto di riferimento internazionale per la ricerca cardiovascolare. L’attività di ricerca scientifica dell’IRCCS milanese ha la caratteristica di essere strettamente integrata agli studi clinici, per trasferire il più rapidamente possibile i suoi risultati dal laboratorio al letto del malato. Il Centro Cardiologico Monzino è inoltre fortemente impegnato nell’educazione alla salute. I suoi specialisti hanno elaborato dei modelli innovativi di prevenzione con l’obiettivo di costruire un futuro in cui le probabilità di ammalarsi diminuiranno, grazie alla scelta di stili di vita consapevoli e salutari.
Alla luce di tutto quello che si commentato la Società Generale di Mutuo Soccorso, Mutua Basis Assistance consiglia di seguire alcune semplici regole che, se adottate e rispettate, aiutano a mantenere un buono stato di salute ed evitare l’insorgere dei fattori di rischio.

Evitare il fumo di sigaretta, anche quello passivo, è la prima regola, è importante inoltre controllare i livelli di colesterolo, i valori della pressione arteriosa e della glicemia. Da tenere sempre sotto controllo anche il peso corporeo attraverso alcuni piccoli accorgimenti che sono:
un corretto regime alimentare con pochi grassi e ricco di sostanze antiossidanti e dedicare un po’ del tempo della giornata per svolgere attività fisica.
Infine, controllare o evitare situazioni di stress prolungato.

Mutua Basis Assistance crede fortemente che la Salute dell’individuo e la sua capacità di vivere nel proprio contesto sociale passino da un stile di vita sano e dal benessere psico-fisico perché “la salute è una dimensione essenziale del benessere individuale”.

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