Dall’uccisione di un ragazzo di appena 19 anni avvenuta nell’estate del 1978 sull’isola di Cavallo, tra Corsica e Sardegna, a un metodo di cura del cancro alquanto discutibile. Se ne riparla in questi giorni e più precisamente dal debutto, su Netflix, della docu-serie intitolata “Il principe” che di fatto riapre uno dei casi di cronaca italiana più controversi degli ultimi anni ripercorrendo la storia dell’ultimo re d’Italia e della sua prole. Non solo Savoia però. In uno degli episodi prodotti da MDE Films e sviluppati da Beatrice Borromeo Casiraghi si ritorna sul cosiddetto metodo Hamer, diffuso dal padre del giovane Dirk Hamer morto in circostanze non del tutto chiare che hanno coinvolto – appunto – Vittorio Emanuele di Savoia. L’ex medico internista Ryke Geerd Hamer aveva infatti iniziato ad elaborare la sua teoria dopo la morte del figlio, ucciso nel 1978.
Anche noto come Nuova medicina germanica, questo metodo si basa su una serie di pseudo-teorie che non sono mai state sottoposte a una sperimentazione scientifica vera e propria. Il presupposto, inconsistente, è che il tumore sia il frutto di un conflitto psichico. Come precisa Airc, oltre ad essere infondati, i principi del metodo negano tutto quello che è stato scientificamente dimostrato sul funzionamento dell’organismo sano e di quello malato. Nella teoria del metodo Hamer sono considerate idee razziste e antisemite. Il metodo Hamer rinnega l’uso dei farmaci, provocando ai pazienti che lo seguono gravi ritardi nell’inizio delle terapie e trasformando così tumori curabili in forme incurabili.
Dopo una puntuale analisi della letteratura e delle altre informazioni disponibili, il Gruppo di studio per i Metodi complementari e alternativi nel cancro e la Lega svizzera contro il cancro non hanno trovato alcuna dimostrazione che le asserzioni di Ryke Geerd Hamer siano corrette, o che il metodo di cura del cancro che ha promosso sia efficace. Si è conclusa così l’analisi condotta nel 2001 da un gruppo di esperti riunito sotto l’egida delle due società scientifiche svizzere di oncologia e dell’Istituto elvetico per la ricerca oncologica applicata. La loro raccomandazione è chiara: “Siamo contrari all’impiego di questo metodo nella terapia dei tumori”. Conclusione a cui è giunto nel 2011 anche il team di ricercatori francesi dell’Istituto nazionale per la salute e la ricerca medica (INSERM). Si è espressa sul metodo Hamer anche la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (FNOMCEO), la principale associazione delle professioni mediche del nostro Paese.
La FNOMCEO, che si propone di tutelare la popolazione garantendo il diritto alla salute e di vigilare sulla professione medica, ha recentemente scritto sul proprio sito web dedicato alle fake news che “la Nuova medicina germanica è molto pericolosa”.