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Depressione: una patologia diffusa ma difficile da diagnosticare
La depressione è una patologia cronica e in Europa ne soffrono 33 milioni di persone. Ma solo un paziente su tre si affida alle cure. Mutua Mba ha intervistato la psicologa-psicoterapeuta Marinella Cozzolino.
La depressione è una patologia cronica e si colloca tra i primi posti nella classifica delle malattie più diffuse. In Europa, sono 33 milioni le persone che soffrono di depressione, solo 1 paziente su 3 si affida alle cure. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità entro il 2030 la malattia raggiungerà il primo posto tra le patologie croniche (ne abbiamo parlato anche qui).
Qual è la situazione in Italia?
Dallo studio ESEMeD (European Study of the Epidemiology of Mental Disorders), elaborato nel 2013 e pubblicato sul sito del Ministero della Sanità, è emerso che la prevalenza della depressione e della distimia nell’arco della vita è dell’11,2% (14,9% nelle donne e 7,2% negli uomini). Da numerose indagini epidemiologiche risulta che il 2% dei bambini e il 4% degli adolescenti ha in un anno un episodio di depressione che dura almeno due settimane.
Qual è la causa?
I disturbi depressivi possono comparire a seguito di un evento scatenante come una perdita, una delusione, ma altre volte senza un motivo apparente. Nelle donne può comparire post-partum o durante il periodo di transizione verso la menopausa.
La depressione maggiore può essere efficacemente trattata con terapie farmacologiche e alcune psicoterapie, se non è riconosciuta e quindi non è trattata espone chi ne è affetto a varie conseguenze negative. Secondo gli esperti, chi è depresso può isolarsi, lavorare in modo meno efficiente, trascurare le proprie responsabilità, alleviare le sofferenze facendo uso e abuso di alcol e droghe e ancora, nel caso delle persone anziane, vi è una frequenza più elevata di ricoveri ospedalieri e di suicidi. È quindi importante riconoscerne prontamente i sintomi e rivolgersi a un medico per evitare le conseguenze più gravi della malattia.
Mutua Mba, società di mutuo soccorso, che ha come obiettivo principale quello di garantire una migliore qualità di vita degli associati, promuovendo la crescita della corretta informazione e della cultura della mutualità e della prevenzione, ha intervistato la psicologa-psicoterapeuta Marinella Cozzolino.
Dottoressa Cozzolino, cosa si intende per depressione?
“La depressione è prevalentemente un disturbo dell’umore. Nei casi di depressione accertata e diagnosticata ci sono ripetuti episodi di umore depresso, perdita totale di interesse in generale e per il piacere (anedonia); perdita di concentrazione e di memoria, rifiuto per qualsiasi forma di responsabilità o impegno, difficoltà a prendere decisioni. A questo si associa, nella maggior parte dei casi, una forte perdita di autostima”.
I disturbi depressivi possono comparire a seguito di un evento scatenante, ma altre volte anche senza un motivo apparente, è così?
“Sarei personalmente dell’idea che c’è sempre una causa anche quando apparentemente non si vede. Spesso, quando ci sembra che la depressione arrivi dal nulla o, paradossalmente, in un momento felice, si può trattare di un post traumatico da stress vale a dire un episodio piccolo, banale che va ad aprire vecchie ferite mai risolte o di un calo di tensione emotiva accumulata dal soggetto fino a quel punto per il raggiungimento di un obiettivo”.
Alcune malattie come il cancro e alcuni effetti collaterali di farmaci specifici possono contribuire alla comparsa della depressione?
“L’uso di molti farmaci e l’abuso di alcune sostanze possono a lungo termine sia causare che peggiorare i sintomi della depressione proprio perché vanno ad agire su importanti neurotrasmettittori”.
Quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare?
“Tutti gli sbalzi, i disequilibri. La depressione è una delle patologie più difficili da diagnosticare poiché molto spesso il soggetto riesce a compensarla, a fingere, anche con se stesso, che non ci sia. La contrasta, ci si oppone: mangiando di più o di meno, bevendo molto, cambiando lavoro in continuazione mosso da uno stato di profonda insoddisfazione e infelicità. Molti addirittura si rinchiudono in una passione che però, avendo il solo scopo di isolare, diviene ossessiva: chi legge venti ore al giorno, chi cucina, chi lavora a maglia”.
Si stima che in Europa sono 33 milioni le persone affette da depressione. I dati rilevano anche che solo 1 paziente su 3 si affida alle cure, iniziando le terapie in ritardo rispetto alla comparsa della patologia, perchè?
“Perché è difficile riconoscerla quando viene compensata con dei comportamenti apparentemente piacevoli e anche perché viene spesso confusa con un “momento di”: momento di tristezza, momento di malinconia, momento di dieta, momento di crisi esistenziale”.
In che modo è possibile combattere la malattia in maniera efficace?
“Innanzitutto riconoscendola, poi abbinare una cura farmacologica ad una psicologica. ‘Depressione’ è un termine molto diffuso nel linguaggio comune, si usa spesso e a sproposito. Si dice tra amiche anche scherzando: “sono depressa”, ma poi si teme solo lontanamente l’idea che si possa essere depressi quando, invece, si manifesta sul serio”.
Quanto è importante la diagnosi precoce?
“E’ molto importante una diagnosi precoce soprattutto per evitare che si cronicizzi e che si attivino tutti i meccanismi compensatori e di copertura di cui parlavo prima”.
Quali sono le maggiori conseguenze di una depressione non riconosciuta?
“Un soggetto depresso che non riconosce il suo status tenterà di mettere in atto tante strategie di compensazione che, in psicologia, vengono definite “tentate soluzioni”. Eliminare le tentate soluzioni, che invece di risolvere ingigantiscono il problema, è più difficile che eliminare il problema stesso”.
E’ quindi molto importante che la patologia venga diagnosticata in tempo, anche se, come ha spiegato la dottoressa Cozzolino, non è un’impresa semplice. E’ statisticamente provato che solo 1 paziente su 3 si cura e inizia a farlo in ritardo rispetto alla comparsa dei primi sintomi e ancora meno si seguono cure ‘su misura’ volte a ridurre le manifestazioni della malattia e soprattutto a garantire una salvaguardia della sfera affettiva e cognitiva. Questi ultimi due aspetti accrescono il timore del paziente quando si sottopone a una cura per la depressione. Oggi la nuova terapia ‘multimodale’, a breve disponibile anche in Italia, sembrerebbe garantire questa duplice protezione.
La stampa riporta che a breve sarà disponibile anche in Italia una terapia innovativa denominata “multimodale” che porterebbe effetti positivi non solo sullo stato emotivo, ma anche sulle funzioni cognitive del paziente, cosa ne pensa?
“Il termine multimodale, conosciuto da anni in campo psicologico, si riferisce alla psicoterapia multimodale di Lazarus secondo cui per curare in maniera efficace è necessario agire su tutte le sette modalità con cui il paziente si relaziona all’ambiente: il comportamento, l’affettività, le sensazioni, l’immaginazione, la cognizione, le relazioni interpersonali e la dimensione somatica. Ispirandosi a questo modello, è stato messo a punto un farmaco in grado di curare la depressione. La Vortioxetina è una molecola che, agendo su vari neurotrasmettitori, agisce su più piani: migliora sia lo stato emotivo-affettivo del paziente che quello cognitivo”.
La persona depressa ha bisogno di aiuto da parte della famiglia e degli amici. Quali sono i consigli da rivolgere a chi si trova a vivere con un paziente colpito dalla malattia?
“Innanzitutto non farsi prendere la mano dalla sindrome della crocerossina (o dell’infermiere); non improvvisarsi medico, psicologo o terapeuta e non assumersi responsabilità così forti come la patologia di un altro, piuttosto affidatevi a chi è in grado di gestire questo tipo di situazioni, un neurologo o uno psichiatra e lasciatevi consigliare sui comportamenti da mettere in atto”.
La depressione è una malattia purtroppo molto diffusa nella società moderna e le cause sono principalmente legate a problematiche psichiche o psicologiche, ma, secondo gli esperti, a volte anche quello che mangiamo può influenzare il nostro umore. Ci sono delle proprietà contenute in alcuni alimenti che certamente non fanno guarire dalla depressione, ma possono dare sollievo e/o prevenire disturbi depressivi. La prevenzione primaria passa attraverso uno stile di vita sano e un’adeguata alimentazione, pertanto proviamo ad assumere regolarmente alcuni alimenti che aiutano la nostra salute come gli omega 3 che contribuiscono a mantenere in salute le cellule del cervello. Non dimentichiamo la vitamina B, presente nei frutti di mare, nelle verdure a foglia verde, nelle banane, nei prodotti di soia fortificati, nella crusca e nelle carni rosse. La bassa assunzione di questa vitamina può influenzare lo stato d’animo. L’acido folico non può mancare in tavola, quindi è importante inserire nel nostro piano nutrizionale fagioli cotti e lenticchie, spinaci, avocado, broccoli e frutti tropicali.
Per combattere gli stati d’ansia il magnesio è un potente minerale in grado di farci rilassare, è presente nella soia, nelle lenticchie, nei cereali integrali, nei latticini a basso contenuto di grassi.
Basilare per contrastare la depressione è il selenio così come lo iodio, presente nei semi di girasole, pane integrale, tonno, noci del Brasile, carne di maiale e ostriche. Il selenio, infatti, aiuta l’attività della tiroide e degli ormoni.
Uova, carne magra, latticini e proteine vegetali sono una fonte basilare di amminoacidi, importanti per la salute del cervello e per il giusto mantenimento della salute mentale.
Sono piccoli, ma grandi accorgimenti che se adottati quotidianamente aiutano il nostro sistema psicologico.