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Diabete di tipo 2, aumentano i casi ma non mancano le terapie
Lunedì 14 novembre è stata celebrata la Giornata mondiale del diabete, occasione di sensibilizzazione fissata annualmente per questa data che corrisponde con la nascita del fisiologo canadese Frederick Grant Banting, che nel 1921 insieme a Charles Herbert Best, scoprì l’insulina. Sull’intero territorio nazionale in occasione di questa giornata sono state promosse e sviluppate non poche campagne di comunicazione con la possibilità, per i cittadini, di sottoporsi a screening gratuiti nelle strutture sanitarie e negli ambulatori segnalati.
Secondo il sistema Passi 2017-2020: il 4,7% della popolazione adulta di 18-69 anni riferisce una diagnosi di diabete; la prevalenza del diabete cresce con l’età (è inferiore al 3% nelle persone con meno di 50 anni e supera il 9% fra quelle di 50-69 anni); è più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,3% vs 4,1%) e nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche. Stando invece ai dati ISTAT 2020 un milione e mezzo di italiani non sa di avere il diabete e la patologia è riconosciuta per il 5,9% degli assistiti, soprattutto in riferimento agli uomini (5,3% contro il 4,1% delle donne). Il diabete si manifesta più frequentemente al crescere dell’età fino a raggiungere il 21% nelle persone con età uguale o superiore a 75 anni. In farmacia verranno dati consigli utili per gestire al meglio la malattia e assumere in modo corretto la terapia perché rispettare le indicazioni del medico ed essere adenti alla terapia è fondamentale per controllare la patologia.
Intanto, con il progredire della medicina e l’evolversi delle sperimentazioni, ad oggi sul mercato ci sono nuove e valide terapie per combattere il diabete tipo 2, anche noto come diabete alimentare o diabete senile. Si tratta di una patologia ereditaria che diventa acuta anche a causa di uno stile di vita non del tutto ottimo perché caratterizzato da sedentarietà e un regime alimentare poco sano. Proprio la relazione con lo stile di vita scorretto è posta alla base dell’incremento di casi, che interessano sempre di più i pazienti più giovani. Se da un lato tuttavia aumentano i “diabetici”, dall’altro i traguardi della ricerca assicurano un percorso di cura completo che protegge la persona anche dalle malattie cardiovascolari. Esistono farmaci che oltre a ridurre la glicemia, sfruttano le normali funzioni dell’organismo per ridurre i rischi derivati dalla presenza di diabete. Innanzitutto, occorre sfruttare l’insulina che è già nel corpo.
Quando la glicemia è molto alta (almeno 200 mg/dl) i reni eliminano il glucosio con le urine per ridurla. È un meccanismo di difesa naturale su cui tutti possono contare, ma che si attiva solo nei casi in cui la glicemia è alta. Una compressa infatti consente ai reni di eliminare il glucosio quando la glicemia sale. In più, lo stesso meccanismo protegge i reni, tanto che nuove ricerche hanno dimostrato l’efficacia di nefro-protezione anche in chi non ha il diabete. Chi ha il diabete di tipo 2 ha timore del momento in cui somministrarsi l’insulina dovesse diventare necessario. Ma un’altra classe di farmaci permette di “sfruttare” l’insulina che le persone con diabete spesso ancora hanno, facendola produrre solo quando serve. In più, questi farmaci provocano una perdita di peso. Non è insolito infatti che persone con diabete di tipo 2 riescano (con questi due farmaci) a tornare indietro nel loro percorso di malattia e ridurre se non sospendere l’insulina.