Diabete in aumento, Roma candidata al Cities Changing Diabetes 2017

AUMENTO DIABETE: ROMA CANDIDATA A CITTA’ DEL “CITIES CHANGING DIABETES 2017”
Si è da poco concluso, a Copenaghen, il summit 2015 del “Cities Changing Diabetes” durante il quale è stata presentata un’interessante ricerca internazionale guidata dall’University College di Londra (UCL), secondo la quale il luogo in cui si vive e la frenesia quotidiana sono elementi che incidono sull’aumento del diabete per chi ne è affetto e per chi è predisposto a svilupparlo.
Lo studio, ad oggi ritenuto più grande al mondo, che ha avuto come fine quello di capire ciò che rende vulnerabili al diabete di tipo 2 (la forma più frequente con alla base cause che generalmente vanno ricercate nei fattori ereditari e ambientali) e trovare, quindi, una soluzione efficiente e mirata per la salute e il benessere dei cittadini, ha esaminato 550 cittadini nelle metropoli di Copenaghen, Houston, Città del Messico, Shanghai, Tianjinper.
Ebbene, è risultato che le cause dell’aumento sarebbero la fretta, il pendolarismo e il luogo in cui si vive. In sostanza, è emerso che il boom di ammalati si ha maggiormente nelle grandi città.
 
“La nostra ricerca innovativa consentirà alle città di tutto il mondo di aiutare le popolazioni ad adottare stili di vita che li rendano meno vulnerabili al diabete”. Questa la dichiarazione di David Napier, professore di Antropologia medica, University College London (UCL).
In occasione del Summit, è stato anche annunciato il coinvolgimento dell’Italia, con Roma candidata a città del “Cities Changing Diabetes” per il 2017.
È un ulteriore tassello internazionale in campo sanitario e Mutua Basis Assistance, che ha tra gli obiettivi quello di garantire la crescita della corretta informazione e della cultura della mutualità, è orgogliosa di annunciarlo. Un importante coinvolgimento per l’Italia che deve combattere l’ignoranza ancora esistente su questa patologia cronica, per aiutare chi ne è affetto. L’Italia, stando alle ultime stime, ha registrato un aumento del numero degli ammalati: si è passati da 6-10 a 15-20 casi all’anno.