A partire dal prossimo anno prenderà il via il programma di screening pluriennale per il diabete di tipo 1 e per la celiachia al fine di identificare i casi clinicamente asintomatici attraverso una diagnosi precoce in età pediatrica. A questo proposito, il Ministero della Salute è impegnato anche in relazione all’istituzione di un Osservatorio nazionale sul diabete tipo 1 e la promozione di campagne periodiche di informazione e di sensibilizzazione sociale sul tema.
Non solo il diabete è una delle patologie più diffuse al mondo ma la sua frequenza sta subendo un importante incremento ovunque a partire dall’Italia dove colpisce 3,9 milioni di persone, il 6,6% della popolazione è malata. Esistono due forme distinte, il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2. In entrambi i casi il metabolismo del glucosio non funziona come dovrebbe, pertanto si innalza lo zucchero nel sangue, ovvero la glicemia. Si tratta comunque di malattie molto diverse tra loro. Il diabete di tipo 2, anche detto diabete dell’adulto, rappresenta il 90% dei casi di diabete. Il diabete di tipo 1, diabete giovanile o insulino-dipendente, rappresenta invece circa il 10%.
L’Italia, con la legge 130 del 25 settembre 2023 è stato il primo Paese a dotarsi della legge di screening nazionale per il diabete. Nonostante questo, come fanno sapere i pediatri, il 40% delle diagnosi di diabete di tipo 1 nei bambini arriva in ritardo, quando si presenta un episodio di chetoacidosi, uno squilibrio metabolico grave che può causare danni permanenti. Il ritardo può incidere anche sull’aspettativa di vita, che può essere ridotta di 16 anni se la malattia insorge prima dei 10 anni e non è controllata come dovrebbe.
In relazione alla celiachia, reazione immunitaria all’assunzione di glutine, invece proprio in questi giorni è stato diffuso uno studio da cui potrebbe partire una sperimentazione che consentirebbe a pazienti celiaci di assumere il pane senza avere disturbi. Il tutto riguarda il lavoro svolto dall’Unità operativa di gastroenterologia pediatrica e fibrosi cistica dell’Aou “G. Martino” di Messina, direttada Claudio Romano. Si tratta della somministrazione di un farmaco che, inibendo la transglutaminasi intestinale, impedisce che il glutine provochi il danno dell’intestino. Nel corso della sperimentazione sarà analizzato il comportamento clinico e si documenteranno eventuali danni istologici alla mucosa intestinale. I primi risultati, già pubblicati, sembrano incoraggianti ed aprono interessanti prospettive per una alternativa alla dieta senza glutine.