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Diritti delle persone con disabilità: arriva il report curato dall’hub di ricerca sull’inclusione di Milano

Ogni giorno almeno 2 persone con disabilità sono state interessate da una pronuncia giudiziaria. È questo il primo dato che emerge dal report “La giurisprudenza sui diritti delle persone con disabilità” curato dall’Osservatorio giuridico permanente sui diritti delle persone con disabilità di Human Hall, l’hub di ricerca sull’inclusione dell’Università Statale di Milano

Riferito all’anno 2023, lo studio mette in esame le decisioni di giudici italiani e delle principali Corti europee – Corte di Giustizia dell’Unione europea e Corte europea dei diritti dell’uomo –  che hanno coinvolto direttamente persone con disabilità le quali, per vedere rispettati o riconosciuti i propri diritti, hanno dovuto ricorrere ai Tribunali.

Come si legge, e come evidenzia Anmil, l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, “il ricorso al giudice è oggi un presidio indispensabile per poter assicurare l’effettività dei diritti loro riconosciuti. Se si considera, infine, il fatto che il ricorso al giudice non è ovviamente lo strumento cui tutte le persone con disabilità ricorrono o possono ricorrere, è fin troppo facile rilevare che i diritti delle persone con disabilità, nonostante il riconoscimento legislativo, rimangono frequentemente affermati solo sulla carta”.

Il diritto allo studio è l’ambito su cui si concentra la maggior parte delle pronunce, nonostante la giurisprudenza anche costituzionale in materia sia ormai da tempo consolidata. “Le istituzioni scolastiche e gli enti locali – si legge nel rapporto – fanno fatica ad osservare principi giuridici che dovrebbero considerarsi granitici e costringono molte famiglie di alunni e alunne con disabilità ad adire le vie legali, con tutte le conseguenze negative che ciò comporta in termini personali ed economici”.

Appena sotto – riprende Anmil – si collocano le pronunce relative al tema del caregiver e all’accesso alle prestazioni sanitarie. Le sentenze in materia di accessibilità non sono invece particolarmente numerose, soprattutto se si riflette sulla perdurante diffusione delle barriere architettoniche all’interno delle nostre città. Cionondimeno, molte delle decisioni che si sono analizzate in materia sono da salutare con favore per il loro carattere innovativo. “L’applicazione giudiziaria del diritto all’accessibilità sembra infatti sempre più riconoscere quella centralità che la Convenzione Onu gli attribuisce, in ragione del suo essere presupposto per il diritto alla vita indipendente e per la piena partecipazione alla società delle persone con disabilità”.

Con riferimento al diritto del lavoro delle persone con disabilità l’orientamento della giurisprudenza – di legittimità e di merito – appare sempre più riconoscere la rilevanza del concetto del ragionevole accomodamento. Lo si evince in modo particolare dalle decisioni che prendono una posizione netta sulla” natura discriminatoria dei licenziamenti disposti per superamento del periodo di comporto che non tengano conto delle peculiari condizioni delle persone con disabilità”.

Il report segnala poi che permangono alcuni ambiti – su tutti, quello rappresentato dalla violenza agita in danno di donne con disabilità – in cui la ricerca non sta per il momento offrendo riscontri giudiziari numericamente significativi, nonostante sia ormai accertato che il fenomeno è molto diffuso su tutto il territorio nazionale.

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