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Disabilità e inclusione, da New York all’Italia ci si interroga su criticità e opportunità
La 16ª Conferenza annuale degli Stati parte alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità è stata una preziosa opportunità di confronto con rappresentanti della politica di molti Paesi riguardo al tema della disabilità e dell’inclusione. A precisarlo è la Ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che negli scorsi giorni, più precisamente da martedì 13 a giovedì 15 giugno ha preso parte alla Conferenza annuale degli Stati parte alla Convenzione Onu tenuta a New York. Nel corso della tre giorni internazionale si sono svolti incontri bilaterali con vari Paesi: Australia, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Israele, Libia, Polonia, Regno Unito, Repubblica Democratica del Congo, Stati Uniti, Tunisia e Ungheria.
La ministra Locatelli è intervenuta nella seduta plenaria per illustrare il lavoro che l’Italia sta sviluppando per una sempre maggiore inclusione. “Siamo tutti persone, solo persone. Tutte diverse ma con gli stessi diritti. E per questo – ha proseguito – insieme possiamo fare sempre di più, scambiando a vicenda le buone pratiche dei nostri Paesi e promuovendo il diritto di tutti ad una vita dignitosa, attraverso azioni concrete insieme alle associazioni di persone con disabilità e al Terzo settore”.
Approfondire prospettive, criticità ed opportunità, e cercare di trarre spunti costruttivi. Quelle della disabilità e dell’accessibilità fisica e sensoriale sono tematiche fortemente connesse tra loro e all’ordine del giorno, non solo dell’agenda governativa ma anche per tutte le realtà del Terzo settore al fianco delle famiglie e delle persone disabili. In relazione a questo, il dibattito pubblico di questi giorni si completa dall’intervento della presidente dell’Osservatorio sulla condizione delle persone con disabilità Paola Fioroni. “Quando si parla di autonomia ed autodeterminazione per le persone con disabilità, quando si parla di scelta, di relazione, di inclusione, necessariamente si deve parlare di occupazione, di lavoro, ma soprattutto di lavoro vero e degno”. Lo ha detto con particolare riferimento all’importanza della rete territoriale con gli stakeholder, operatori del sistema e titolari dei diritti.
Secondo quanto riporta dall’Agenzia Ansa, spesso la discontinuità dei progetti, la non adattabilità dei posti di lavoro, la mancanza di continuità fra percorsi di istruzione e formazione, le mansioni insoddisfacenti e marginali affidate alle persone disabili, tendono ad escluderle dal mondo del lavoro, impedendo la realizzazione del progetto di vita della persona stessa. Moltissime ancora, anche in Italia, sono le persone con disabilità inattive, che non svolgono cioè alcuna attività né di formazione, né di lavoro, nonostante la convenzione Onu all’art 27 richiami gli Stati ad assicurare l’uguaglianza e le pari opportunità nel mercato del lavoro.