Non so cos’è l’amore, ma io so amare. Vorrei una casa al mare per me e per Paola. Spazio alle confessioni, ma non meno alla diversità. In occasione della Giornata mondiale Sindrome di Down che si celebra annualmente il 21 marzo, data che segna anche l’inizio della primavera, Control & CoorDown hanno lanciato la campagna internazionale social “Spazio alle confessioni” con lo scopo di educare alla sessualità e di promuovere il diritto delle persone con sindrome di Down di vivere una relazione sentimentale indipendente e di ricevere informazioni corrette e accessibili per godere di una sana e libera sessualità. Ad oggi, per quanto riguarda il nostro Paese, non esistono statistiche esatte su quante siano le persone con sindrome di Down. Stando ai dati finora raccolti in Italia 1 bambino ogni 1.200 nati ne è affetto. La stima è di circa 500 nascite all’anno per un totale quindi di 38 mila persone.
Luana, Marco, Davide, Emanuela, Sonia. Protagonisti sono i ragazzi e le ragazze con sindrome di Down. Control, insieme all’agenzia Together, tratta tematiche non sempre affrontate dalla pubblica piazza e che meritano eguale attenzione, primo fra tutti il rapporto tra sesso e patologia. La campagna di sensibilizzazione “Just The Two of Us” rappresenta dunque il punto di partenza per dare avvio a una riflessione su una tematica delicata e quasi del tutto inesplorata. Per questo Control lancia la campagna social “Spazio alle confessioni” perché il modo migliore per rompere i tabù è avere il coraggio di dire le cose come stanno, ma soprattutto dare spazio a tutte le voci di chi può raccontare e condividere le proprie storie.
“Avere una relazione amorosa e vivere appieno la propria sessualità – si legge sul portale di Just The Two of Us – è un diritto di tutti, eppure per le persone con sindrome di Down e disabilità intellettiva rimane ancora un tabù. Negli ultimi decenni sono stati abbattuti tanti stereotipi sul mondo della disabilità, ma c’è un tema che genera ancora imbarazzo e resistenze: la sessualità. Il cambiamento che va affrontato è culturale e coinvolge prima di tutto i familiari e gli operatori, poi le istituzioni e la società. Le persone con sindrome di Down sono spesso considerate degli “eterni bambini” e, come tali, sono protetti o tenuti lontani da tutto ciò che ha a che fare con l’età adulta, compresa la sessualità. Ma le persone con la sindrome di Down hanno gli stessi bisogni di chiunque altro. Hanno lo stesso diritto di vivere una vita sessuale e amorosa indipendente e di ricevere informazioni accessibili, che permettano loro di godere del sesso in modo sano e responsabile”. È ancora comune credere che le persone con sindrome di Down non siano interessate alla sessualità e che quindi non sia necessario parlarne con loro. Un’educazione alle relazioni e alla sessualità, invece, può permettere di vivere una vita affettiva sicura e soddisfacente. Inoltre, può sostenere le persone con disabilità intellettiva nel comprendere i loro diritti, conoscere il proprio corpo, i concetti di “consenso” e di “sesso sicuro” e nel proteggersi da potenziali abusi.