Un importante percorso avviato nel segno della piena sinergia tra enti. Prende il via, all’esito di un rilevante lavoro istruttorio, un tavolo comune del Ministero della Salute e del Ministero della Famiglia, promosso dai ministri Orazio Schillaci ed Eugenia Roccella, sulla problematica della disforia di genere dei minori, a partire dall’utilizzo della triptorelina, il farmaco bloccante della pubertà. Proprio su questo tema alcuni mesi fa hanno condiviso delle riflessioni ben 12 società scientifiche che hanno parlato del farmaco nei termini di un salva-vita. “La triptorelina, un bloccante transitorio e reversibile della pubertà, è un farmaco salva-vita nei giovanissimi transgender e gender diverse, prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, il cui scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma dare tempo ai giovani sofferenti e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature, impedendo stigma sociale, autolesionismi e suicidi”.
Questo si legge nella nota attraverso cui le società scientifiche si pronunciano con schiettezza rispetto al tema dell’identità di genere. “Le persone adolescenti Tgs – continuano gli esperti – possono provare una intensa sofferenza a causa della loro incongruenza di genere, sia psicologica che fisica. Per ridurre un disagio psicologico e fisico, oltre a guadagnare tempo e dare la possibilità all’adolescente stesso di esplorare ulteriormente il proprio percorso di affermazione di genere, è stato proposto da alcuni anni l’uso di farmaci, come gli analoghi del GnRH (GnRHa), che hanno lo scopo di sospendere temporaneamente la progressione delle modificazioni puberali e sono impiegati da molto tempo nella terapia della pubertà precoce. La prescrizione del GnRHa, triptorelina, avviene secondo quanto già previsto dalla Determina AIFA n. 21756/2019 del 25 febbraio 2019 che prevede che la prescrizione avvenga solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, con il contributo di una équipe multidisciplinare e specialistica, composta da neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza, psicologi dell’età evolutiva, bioeticisti ed endocrinologici”.
Riflessioni che certamente avranno preso in considerazione gli stessi tecnici ed esperti riuniti nel tavolo da poco istituito al fine di elaborare nuove precise linee di indirizzo, alla luce di una ricognizione della letteratura scientifica e delle esperienze di altri Paesi che, dopo aver promosso una pratica estensiva di questi farmaci, stanno rivedendo le proprie posizioni”. A darne notizia è un comunicato congiunto dei due ministeri, che riepiloga anche l’attività fin qui compiuta a proposito della problematica della disforia di genere e dell’utilizzo dei bloccanti.
Non a caso, l’iniziativa arriva dopo l’audizione, presso il Ministero della Salute, delle principali società scientifiche coinvolte nella problematica della disforia di genere negli adolescenti e a un quesito avanzato al Comitato nazionale di Bioetica per valutare l’opportunità di riesaminare la questione dell’uso della triptorelina nei casi di disforia di genere dei minori. Tale istanza è stata inoltre accompagnata, tra l’altro, dall’avvio di una ricognizione presso le Regioni relativamente al monitoraggio clinico e di spesa e alle prescrizioni di triptorelina per i casi di disforia e alla richiesta di una relazione ad Aifa sulle indicazioni terapeutiche per la somministrazione del farmaco