Nel corso del 2020 le persone che soffrono di disturbi alimentari in Italia sono aumentate del 30%. È questo il dato emerso da un’indagine diffusa dal Ministero della Salute e che raccoglie 230.458 nuovi casi, mentre nello stesso periodo del 2019 i casi registrati si fermavano a 163.547. Non è errato relazionare questo particolare incremento al contesto emergenziale dovuto al Covid-19 e alle conseguenze delle restrizioni sullo stato psico-fisico degli italiani.
I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione costituiscono un problema diffuso, le cui patologie più frequenti, quali anoressia e bulimia nervosa, rappresentano fenomeni che, se non identificati in tempi rapidi e non trattati adeguatamente, possono trasformarsi in condizioni permanenti, provocando gravi danni per l’organismo. I disordini alimentari sono più frequenti nei giovani, sia donne che uomini, ma non risparmiano anche altre fasce d’età. Per questa ragione risulta quanto mai necessario acquisire la consapevolezza del problema, per poter avviare il percorso di cura adeguato, rivolgendosi al proprio medico di famiglia e alle apposite strutture dedicate del Servizio Sanitario Nazionale. Proprio su questo fronte prende avvio il Progetto di stimolazione cerebrale non invasiva. Il percorso avviato dalla UOSD di Neuropsichiatria Infantile afferente al Dipartimento Assistenziale Materno-Infantile della AOU “Luigi Vanvitelli” di Napoli punta ad agire sulle cause neurobiologiche del disturbo attraverso l’utilizzo della Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta. La tecnica non invasiva prevede la stimolazione elettrica tramite elettrodi delle aree cerebrali deputate a controllare i comportamenti disfunzionali.
Intanto, una novità sul fronte dei disturbi alimentari arriva dalla Puglia che presto si doterà di una struttura residenziale pubblica all’avanguardia di ricovero terapeutico-riabilitativo dei casi più gravi di disturbi del comportamento alimentare, come anoressia e bulimia. A darne notizia è stato lo stesso Assessore regionale alla Sanità, Pierluigi Lopalco, chiarendo che ad oggi in regione non ci sono centri ospedalieri specializzati. “Finalmente – ha commentato l’Assessore – un centro di ricovero per i casi gravi di disturbi del comportamento alimentare. Lo avevamo richiesto, denunciando il problema della carenza a livello regionale di queste strutture residenziali. Nessun centro in Puglia e nessuna assistenza specifica per i tanti pazienti, spesso poco più che bambini, che si consumano giorno dopo giorno, nella mente e nel corpo”.
A tal proposito, il Ministero della Salute attraverso i canali istituzionali della comunicazione dell’Ente ha lanciato una campagna di informazione tesa a raggiungere più facilmente i giovani, e costituita da una serie di video-comunicazioni che riportano le testimonianze di uomini e donne che hanno avuto un’esperienza diretta o in famiglia.