In Italia sono attive sei “banche della pelle”, strutture di riferimento nazionale per tutti gli ustionati gravi con più dell’80% della superficie corporea.
I medici gli avevano annunciato che non ce l’avrebbe fatta e che le possibilità di una svolta nella sue condizioni di salute eranno all’1 per cento. Franck Dufourmantelle, 34enne francese, lavorava come tecnico in un laboratorio di Amiens, in Francia, quando una tanica di prodotti chimici è esplosa tra le sue mani. Le ustioni hanno interessato il 95% del corpo dell’uomo e una volta arrivato in ospedale i medici hanno appurato la gravità delle sue condizioni ma è stato suo fratello gemello Eric a salvargli la vita grazie a un trapianto cutaneo che ha ridato a Franck una nuova pelle.
I trapianti di pelle sono molto complicati, soprattutto quando interessano ampie parti del corpo. Generalmente i medici preferiscono coprire alcune zone del corpo trapiantando la cute da altre parti dello stesso individuo. Nel caso di Franck non era possibile perché non aveva più pelle. Eric allora ha donato metà della sua di pelle per salvare suo fratello gemello. Visto che i due individui sono geneticamente identici era impossibile che la palle venisse rigettata come succede di frequente con i trapianti cutanei.
“La cosa folle – ha riferito Eric all’Afp – è che i medici non mi hanno subito valutato come possibile donatore perché mio fratello aveva la testa fasciata durante le visite e non si erano accorti che eravamo gemelli”. È stato Eric a insistere per un trapianto cutaneo e il chirurgo Maurice Mimoun dell’ospedale Saint Louis di Parigi ha accettato la sfida di un intervento difficilissimo. I trapianti di pelle spesso interessano non oltre il 60 per cento del corpo, nessun medico aveva mai fatto un innesto cutaneo su una zona così ampia.
Eric ha regalato metà della sua pelle a suo gemello Franck e ha detto che la sensazione di “sollievo” per averlo salvato ha compensato il dolore che ha provato. Franck, invece, ha dichiarato che dopo l’operazione gli sembrava di “indossare una tuta”. Ora il 34enne riesce a mangiare da solo, a camminare, persino a correre per una decina di minuti. E riuscirà anche a tenere in braccio sua figlia che nascerà tra qualche mese.
In Italia sono attive sei “banche della pelle” all’interno dei cinque centri di eccellenza Grandi Ustionati (Catania, prima banca autorizzata nel’97, seguita dal Cto/Crf di Torino nel ’99 dove si è compiuto il primo trapianto di pelle in Italia nel 2000, Cesena, Milano e Verona) e una al Policlinico “Le Scotte” di Siena, prima in Italia a godere della certificazione di qualità Iso900. I centri d’eccellenza, provvisti di banche della pelle, sono strutture di riferimento nazionale per tutti gli ustionati gravi con più dell’80% della superficie corporea interessata provenienti da altre regioni in modo da ricevere in tempi rapidi il trapianto cutaneo. La “pelle” nuova da trapianto viene infatti conservata in appositi fogli per poi essere congelata. Prima del trapianto i fogli restano immersi in una soluzione per la preparazione della cute. Una procedura che si compie in laboratori climatizzati e sterilizzati, degli stessi centri ospedalieri o esternamente in laboratori privati di aziende. Le tecniche di conservazione della cute espiantata sono due: oltre alla crioconservazione, ossia il congelamento in soluzione per diverse ore seguito dallo stoccaggio a secco a una temperatura da -80a -196, c’è la glioconservazione, in soluzione di glicerolo appunto ad una temperatura da 4 a 8 gradi centigradi. Nel primo caso si tratta di cellule cutanee di donatore non vitali pur conservando tutte le caratteristiche del tessuto, che saranno disposte sull’ustione o ferita provvisoriamente come “salvavita”; nel secondo invece sono cellule autologhe vitali che possono quindi impiantarsi in via definitiva.