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Donne al volante pericolo costante? Da oggi non più
Le donne al volante? Non sono un pericolo! Dati alla mano possiamo affermare che oggi in Italia gli incidenti stradali causati dalle donne sono molti meno di quelli imputabili agli uomini.
Quante volte, bloccati nel traffico, tra clacson che strombazzano e automobilisti che imprecano ci è capitato di pensare che la colpa di quella colonna di automobili ferme sia addebitabile a una donna incapace di guidare? “Donna al volante, pericolo costante”, recita il proverbio, eppure in una cultura sociale alle volte eccessivamente sessista e costruita – appunto – su luoghi comuni maschilisti quasi del tutto fallaci, interviene la scienza esatta per chiarire come stanno davvero le cose.
Dati alla mano, e consultate le statistiche delle Assicurazioni italiane, possiamo affermare che oggi in Italia gli incidenti stradali causati dalle donne sono molti meno di quelli imputabili agli uomini. Per questa ragione, la differenziazione delle polizze auto tra maschi e femmine è ingiustificata, e lo stabilì fin dal 2012 la Corte di Giustizia Europea.
Chiaramente non tutte le donne sono uguali alla guida e svariati sono i fattori che le diversificano, innanzitutto lʼetà. Le neopatentate, ad esempio, quelle al primo anno di patente e fino ai 19 anni, causano il 25% di incidenti in meno rispetto ai coetanei maschi. Ma già tra i 30 e i 33 anni questa differenza si riduce: le donne causano il 9% di sinistri in meno degli uomini, ma una volta raggiunti i quarant’anni qualcosa cambia e le donne fanno incidenti pari o più degli uomini, man mano che si sale con lʼetà.
Secondo una ricerca condotta da Facile.it, le donne sono intestatarie del 46% dei veicoli in circolazione, nonostante rappresentino il 51,5% della popolazione italiana. La percentuale di donne al volante, o quantomeno di quelle che possiedono un’auto, varia da regione a regione. In testa alla classifica c’è la Valle d’Aosta, con una netta predominanza rosa che si attesta al 58,10%. Il secondo gradino dei questa speciale classifica se lo aggiudica l’Umbria (53,11%) che precede il Friuli Venezia Giulia (51,15%) ed il Lazio (51,06%).
Situazione di sostanziale parità fra uomini e donne nelle Marche (50,92% la percentuale dei veicoli intestati ad esponenti del gentil sesso), in Toscana (50,43%) e in Emilia Romagna (50,41%). I rapporti di forza si capovolgono a svantaggio delle donne in Veneto (48,32%), ma le punte più basse di “quote rosa automobilistiche” le troviamo in Campania (39,55%) e in Puglia (36,09%).
Da questi dati, pertanto, risulta che le strade italiane sono “in rosa” al 46 %. Spesso, inoltre, le liti su quattro ruote coinvolgono uomini e donne, gli uni convinti di essere migliori delle altre alla guida. Per questa precisa ragione, e per placare gli animi, il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, mediante una lettera aperta indirizzata alle donne e agli uomini al volante, ha richiamato tutti alla pazienza.
“Stili di vita e stili di guida si intrecciano e talvolta sfociano nella cosiddetta ‘Rabbia Stradale’, che definisce questi straripamenti emotivi incontrollati e imprevedibili – scrive Sticchi Damiani – So bene che in certe situazioni è difficile non alzare la mano in segno di protesta per un torto subito, come una mancata precedenza o una manovra azzardata. Il mio invito, da uomo che guida ancora con tanta passione da 54 anni, è far finta di non vedere le provocazioni, non protestare per la maleducazione alla guida e guardare con concentrazione la strada, ignorando chi non merita la nostra attenzione”.
“Si richiedono agli utenti della strada: pazienza, tolleranza, calma, saggezza, prudenza, autocontrollo – considera il presidente dell’Aci – In questo modo, eviteremo situazioni difficili o peggio ancora drammatiche, magari mentre siamo con la nostra famiglia, e non avremo dato soddisfazione a chi è alla mera ricerca di dimostrazioni di prepotenza o addirittura di bullismo. Inoltre, in questo periodo di elevate temperature e congestione delle strade, talune persone sono stressate da tanti problemi e possono più facilmente perdere le staffe, magari senza rendersi conto delle conseguenze terribili a cui si può andare incontro”. Dunque, sia a chi parte per le ferie, ed è stressato, sia a chi resta a lavorare – ed è altrettanto stressato – un consiglio base: “Facciamo esercizio di buonsenso e ignoriamo ciò che non vale la pena di vedere”.