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Donne più sedentarie ma con una dieta tutta per loro, la Cyclicity diet
La Cyclicity diet è un piano dietetico pensato per l’organismo femminile, per perdere peso e contrastare l’infiammazione collegata a disfunzioni metaboliche come il diabete o all’obesità.
Donne – uomini, 1 a 0. Ma la partita continua. Stando ai dati presentati a Roma in occasione della Giornata nazionale della salute della donna, le quote rosa sarebbero molto più virtuose degli uomini. Fumano e bevono poco, ma praticano meno attività sportiva. Stando alla rielaborazione di dati Iss (Sorveglianza Passi), circa due adulti su cinque sono in eccesso di peso, con il 31,7% in sovrappeso e il 10,5% sono obesi. L’eccesso ponderale è più diffuso tra i più anziani (tra i 50 e i 69 anni le persone in sovrappeso sono il 40,2%, e le obese il 15,7%) e, a differenza che nella media europea, fra gli uomini (40,2% sovrappeso e 11,2% obesi) rispetto alle donne (23,8% sovrappeso e 9,9% obese).
Le donne sono più sedentarie dei maschi. Nel 2016, infatti, il 39,2% della popolazione ha dichiarato di non praticare sport né di fare attività fisica nel tempo libero. Il dato è maggiore tra le donne (43,4%) rispetto agli uomini (34,8%). Il comportamento a rischio verso l’alcol ha una forte connotazione di genere: secondo i dati Iss nel 2016 i comportamenti più a rischio, cioè il consumo abituale eccessivo e il binge drinking (il bere compulsivo fino a ubriacarsi) riguardano il 23,2% degli uomini e il 9,1% delle donne (15,9% in media nazionale).
Malgrado siano le più sedentarie, le donne da oggi possono godere di una dieta pensata tutta per loro. Si tratta di un registro nutrizionale che cambia durante i 28 giorni del ciclo mestruale, assecondando le naturali variazioni ormonali della donna e rispondendo alle necessità fisiologiche dell’organismo femminile come lo scarso appetito nei primi giorni di ciclo o il maggiore desiderio di dolci dopo l’ovulazione. Si tratta della Cyclicity diet, un piano alimentare raccontato nel dettaglio dai nutrizionisti Ennio Avolio e Claudio Pecorella nell’omonimo libro, edito da Falco Editore.
L’intuizione nasce per adattare l’alimentazione alle fluttuazioni cicliche, nel corso dei 28 giorni, degli ormoni femminili, quali estrogeni, progesterone, l’ormone luteinizzante (Lh) e l’ormone Fsh. Il tutto con lo scopo di far perdere peso con un piano dietetico pensato per l’organismo femminile, e contrastare l’infiammazione collegata a disfunzioni metaboliche come il diabete o all’obesità. “Abbiamo analizzato la letteratura scientifica degli ultimi 10 anni e ci siamo accorti di come, in tema di alimentazione, non si prenda mai in considerazione, in maniera separata, il sesso femminile, né nel modello animale né negli studi su pazienti umani”, ha dichiarato Ennio Avolio, “nonostante le profonde differenze, a livello ormonale metabolico e psicologico emotivo della donna durante le diverse fasi del ciclo”.
Differenze che possono comportare un maggiore fabbisogno energetico in certi giorni piuttosto che in altri. “Le variazioni ormonali possono anche inficiare il risultato di una dieta – chiarisce Avolio – ad esempio gli estrogeni, che riducono l’appetito e l’assorbimento dell’energia a livello metabolico, sono più elevati nei primi 14 giorni del ciclo: in questa fase è possibile ridurre le quantità e optare per cibi con maggiore effetto diuretico”. Dopo l’ovulazione e nel periodo premestruale, invece, cresce il progesterone, che stimola la fame e il desiderio di dolci. “In questa fase è possibile mantenersi in forma riducendo i carboidrati raffinati e preferendo i cibi proteici per ridurre l’appetito”, ha aggiunto il nutrizionista. “Nulla osta ad inserire, quando la si desidera, una piccola quantità (4-5 quadratini) di cioccolata fondente dal 70% in su, magari la sera dopo cena”.
Nel concreto si tratta di una dieta che va seguita in cicli regolari ed è proprio per questo che per ottenere effetti benefici deve essere seguita per 28 giorni a partire dall’inizio della mestruazione. Nel caso in cui la si segue dal 16esimo e si prosegue fino al 28esimo, si rischia di prendere peso, dato che in questa fase aumenta l’apporto calorico e la dieta è più abbondante. Inoltre, come spiegano i biologi sarebbe bene effettuare almeno due cicli, ma si può proseguire anche più a lungo. “Questo regime alimentare – ha sottolineato Avolio – può essere ripreso più volte, sempre per 28 giorni o per tranche multiple di 28 giorni, intervallando i cicli con un’alimentazione tradizionale mediterranea”. In ogni caso, sottolineano gli autori, la paziente deve essere seguita da un nutrizionista che possa adattare la dieta alle sue esigenze.