La prevenzione prima dell’esposizione al sole è fondamentale: le ustioni solari costituiscono infatti un fattore di rischio importante per l’insorgenza del melanoma.
L’estate è alle porte anche se il clima in questo periodo è un po’ birichino e a tutto fa pensare fuorché godersi una giornata di sole in completo relax. Non scoraggiamoci e soprattutto non facciamoci cogliere impreparati alla prima tintarella, la prevenzione è d’obbligo!
Il consiglio degli esperti, per evitare i rischi derivanti dall’esposizione, è innanzitutto prendere il sole con molta cautela perché, come ha spiegato a Mutua Mba, società di mutuo soccorso, che ha un’attenzione particolare per tutte le misure preventive, la dottoressa Patrizia Teofoli, Dirigente I livello Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IRCCS-Roma “le ustioni solari, non solo durante l’infanzia, ma anche in età adulta, costituiscono un fattore di rischio importante per l’insorgenza del melanoma. Le esposizioni solari brevi, ma intense sembrerebbero essere un fattore di rischio significativo come, secondo alcuni studi, anche un’esposizione solare a basse dosi e prolungata nel tempo che riguarda alcune categorie di lavoratori. E’ ormai documentato che circa l’80% dei danni si verificano prima dei venti anni di età, soprattutto nelle pelli più chiare, pertanto è sempre buona regola seguire discipline di fotoprotezione che suggeriscono l’uso di schermi solari fin dalla prima infanzia, preferendo quelli a largo spettro nei confronti dei raggi UVA e UVB con fattore di protezione di almeno SPF 30 (anche nei giorni nuvolosi); questo perché la fotoprotezione previene i danni da UV e riduce il rischio di tumori cutanei. Gli schermi solari fisici e chimici funzionano assorbendo, riflettendo e diffondendo le radiazioni solari. Inoltre, è importante anche assumere per via orale, da 2 a 4 settimane prima e durante l’esposizione solare, delle formulazioni arricchite con antiossidanti (vitamina E, vitamina C, acido ferulico e altri principi attivi di origine vegetale) che neutralizzano i radicali liberi responsabili dello stress ossidativo, causa del danno cellulare, e che costituiscono anche una difesa per il nostro organismo”.
E’ quindi molto importante la prevenzione prima dell’esposizione solare perché, come ha detto la dottoressa Teofoli, “l’aumentata incidenza dei carcinomi cutanei e la correlazione tra carcinogenesi cutanea ed esposizione solare induce a una corretta esposizione. La luce del sole è costituita in parte da radiazioni ultraviolette in grado di raggiungere la pelle e che si distinguono in UVA e UVB. Queste radiazioni sono responsabili della pigmentazione cutanea e quindi dell’abbronzatura. Gli UVB penetrano in modo minore nella cute, ma inducono maggiori effetti biologici come l’eritema solare, la pigmentazione immediata e sono maggiormente implicati nell’induzione dei tumori della pelle. I raggi UVA, a maggiore lunghezza d’onda, invece, sono in grado di penetrare più profondamente nella cute, determinando la pigmentazione cutanea che compare diverse ore dopo l’esposizione solare, contribuiscono all’invecchiamento cutaneo e, in parte, alla carcinogenesi cutanea. Nel caso del melanoma il ruolo degli UV è più complesso, ma il rapporto tra sole, nevi melanocitari e melanoma nasce da numerose osservazioni in cui si è evidenziato che l’esposizione solare nell’infanzia induce la comparsa di nevi melanocitari, inclusi quelli clinicamente atipici, soprattutto nelle aree maggiormente esposte al sole, e che il numero di “nei” sia benigni che atipici è correlato al rischio di incidenza del melanoma. I raggi ultravioletti, infatti, sono in grado di danneggiare il patrimonio genetico della cellula modificandone il comportamento, attivando oncogeni o inattivando geni soppressori che prevengono la trasformazione tumorale delle cellule anche se ormai è dimostrato che nell’induzione del melanoma è fondamentale l’interazione tra esposizione solare e fattori genetici.
Le radiazioni sono più intense dalle 10 alle ore 16 con un picco tra le 11 e le 14, momento in cui si dovrebbero preferibilmente indossare indumenti protettivi a tessitura compatta (indumenti a tessitura larga o indumenti bagnati schermano solo in parte i raggi UV) e occhiali solari capaci di schermare i raggi UV. È importante ricordare che ci si “scotta” anche nelle giornate nuvolose e che gli scogli, la neve e la sabbia riflettono l’85-90% dei raggi ultravioletti”.
I rischi però non riguardano solo la classica abbronzatura da spiaggia, serie precauzioni vanno prese anche in auto perchè i finestrini, al contrario di diversi tipi di parabrezza, non sono generalmente in grado di fermarli, esponendo il guidatore a una serie di rischi per la salute.
Uno studio, condotto da Brian Boxer Wachler del Boxer Wachler Vision Institute di Beverly Hills e pubblicato da Jama Opthalmology ha testato 29 auto di 15 diverse case, prodotte tra il 1990 e il 2014. Il parabrezza in tutti i casi si è mostrato in grado di fermare circa il 96% dei raggi UVA, mentre i finestrini laterali si sono mostrati molto meno efficienti con percentuali tra il 44 e il 96% e con solo quattro modelli sopra il 90% “e non c’è nessuna correlazione, con il costo dell’auto, se è di lusso o economica”. Il fenomeno, scrive in un articolo di commento Jayne Weiss della Louisiana State University, potrebbe essere direttamente legato a conseguenze per la salute. “Gli effetti avversi dei raggi UV mentre si guida sono stati già documentati. Pubblicazioni precedenti hanno rilevato un’aumentata prevalenza di cataratte e tumori della pelle sul lato sinistro causati dall’esposizione asimmetrica del guidatore”.
Per saperne di più, Mutua Mba, società di mutuo soccorso, ha chiesto alla dottoressa Teofoli un commento. “Premesso che, pur essendo la cataratta un normale processo fisiologico d’invecchiamento del cristallino, i raggi ultravioletti giocano un ruolo importante nel favorirne l’insorgenza. Direi che il “warning” degli oculisti sul fatto già noto che i vetri siano permissivi nei confronti dei raggi ultravioletti, è importante in certe latitudini, in certe categorie professionali e in persone con particolari stili di vita, più in alcuni fototipi rispetto ad altri. Sulla base dell’esperienza di un collega oculista, posso dire che non c’è una differenza significativa d’incidenza di cataratta tra i due occhi e comunque, essendo il danno secondario a una esposizione cronica, ripetuta, è ovvio che il danno si esprima dopo anni di esposizione solare.
Detto ciò, l’articolo è interessante perché spinge a non sottovalutare l’esposizione solare in un ambiente ritenuto protetto come l’auto con i vetri chiusi e spinge a porre attenzione al fotodanneggiamento secondario: a esposizioni di piccole entità ritenute “innocenti”, ma che nel tempo si sommano per creare un danno oculare oltre che sulla cute (per noi dermatologi è tipica la diapositiva che mostra il fotodanneggiamento del lato sinistro della cute, cioè rughe sulla guancia sinistra o tumori cutanei sul braccio sinistro tenuto fuori del finestrino) oppure l’insorgenza di tumori cutanei sulla cute del golfista non protetto dal guanto”.
Dottoressa quali sono i suoi consigli per prevenire rischi per la salute?
“Il consiglio è quello di applicare uno schermo solare SPF 30 in inverno e SPF 50 in primavera/estate almeno 30 minuti prima dell’esposizione come buona abitudine quotidiana. Per quanto riguarda gli occhi, è importante indossare occhiali da sole quotidianamente (per la protezione dagli UV è più difficile standardizzare)”.