Uscire di casa per una passeggiata, restare seduti in giardino o al parco, riprendere alcune attività sociali e incontrare altre persone in spazi esterni. La parola chiave è: socializzare. Al centro delle attività delle persone più ai margini della società c’è sempre il fattore relazione, fondamentale alla persona isolata e importante per riattivare quel meccanismo di interazione venuto a mancare per svariate motivazioni e oggi a causa di un contesto globale inedito che ha sacrificato qualunque tipo di incontro tra le persone. L’isolamento fisico e sociale causato dall’emergenza sanitaria da Covid-19 ha messo a dura prova anche e soprattutto le persone con demenza che hanno pagato un prezzo altissimo in termini di salute e peggioramento della qualità di vita: in questa momento di ripresa e di ritorno graduale alla normalità in cui è possibile riprendere una serie di attività sociali all’esterno, gli esperti della Federazione Alzheimer Italia si rivolgono direttamente a tutte le famiglie che necessitano di un supporto al fine di favorire, attraverso una serie di attività, la ripresa psico-fisica dei propri cari a cominciare dall’ambiente domestico stimolando i sensi e riattivando ricordi e sensazioni piacevoli.
A tal proposito, la Federazione – che riunisce e coordina 47 associazioni locali italiane – ha raccolto tutte le attività, che è possibile svolgere all’esterno, in una sorta di compendio da consegnare ai caregiver:
Attività motorie
Nelle ore meno calde della giornata, fare una passeggiata intorno a casa, nel cortile o anche in un parco vicino casa con il solo obiettivo di camminare.
Attività di stimolazione cognitiva
Andare al parco o ai giardini pubblici, sedersi su una panchina e osservare ciò che avviene intorno: guardare i fiori e cercare di riconoscerli, osservare le persone che passano, sentire i profumi e i rumori. O anche, se si ha un cortile o un terrazzo, occuparsi della cura delle piante: innaffiarle, togliere le foglie secche, piantare fiori nuovi.
Attività ludico-ricreative
Andare al bar a bere un caffè o prendere un gelato, assistere a un concerto all’aperto, andare in chiesa o in un museo (in questi casi va ovviamente valutato il tempo di tolleranza della singola persona con demenza)
Il primo step necessario è ricostruire la storia personale di vita della persona con demenza: esperienze, carattere, interessi come anche bisogni sono importanti al fine di individuare le attività più idonee che andranno poi costruire la routine quotidiana che garantisce al familiare una migliore organizzazione della giornata, e aiuta la persona con demenza a sentirsi più sicuro. A questo scopo è utile valutare 5 fattori:
storia personale: quali erano le abitudini, gli interessi e le passioni prima della diagnosi, le attività sociali che svolgeva con particolare piacere;
personalità: quali erano le caratteristiche caratteriali prima dell’esordio della malattia, ad esempio era una persona apatica e solitaria oppure socievole e creativa;
stato fisico: è importante avere chiare le reali capacità di movimento e deambulazione della persona, in modo da valutare l’opportunità di utilizzare un deambulatore o di una carrozzina;
stato cognitivo-comportamentale: analisi di quali sono le capacità residue di memoria, comunicazione e relazionali;
ambiente: compito del familiare caregiver è fare un’attenta analisi dell’ambiente esterno, individuando luoghi di interesse per la persona con demenza, valutando eventuali barriere architettoniche, prediligere percorsi con panchine o sedie dove possa risposare e la presenza di aree coperte in caso di pioggia o troppo sole.