Puntuale come un orologio svizzero anche quest’anno il virus influenzale non si è fatto attendere costringendo al letto, da ottobre ad oggi, due milioni di italiani.
Il peggio però non è ancora passato perché, stando alle previsioni degli esperti, il picco arriverà a metà febbraio e sembra essere più aggressivo rispetto agli scorsi anni.
Alla fine di gennaio sono stati mezzo milione gli italiani che hanno avuto a che fare con forme respiratorie acute parainfluenzali e con virus intestinali.
È fondamentale informare i cittadini per prevenire e ridurre il rischio di trasmissione del più fastidioso dei mali stagionali.
A tal proposito abbiamo parlato con Giovanni D’Agata, presidente “Sportello dei diritti”, che ha diffuso i dati rilevati da Influnet, database dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS), proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questo problema.
“È importante informare la popolazione – ha spiegato D’Agata – perché spesso viene sottovaluta l’epidemia influenzale e non si comprendono mai abbastanza le conseguenze che possono avere pazienti immunodepressi, come ad esempio broncopolmoniti, se non si sottopongono alle dovute cure. Ma c’è anche un altro problema,quello relativo all’abuso degli antibiotici che noi, come sportello a tutela del cittadino a 360 gradi,abbiamo più volte evidenziato. Questo porta a una maggiore virulenza. Da una nostra indagine è emerso che sono di più le donne che fanno uso-abuso del farmaco”. Alla domanda, se rispetto allo scorso anno c’è stato un incremento dell’infezione, il dott. D’Agata ha risposto: “sì, lo scorso anno, considerando lo stesso periodo, gli italiani colpiti dall’influenza sono stati quasi mezzo milione. E se invece analizziamo i dati del 2013 risulta che sono stati più di 1 milione e la categoria più colpita è stata quella dai 4 ai 14 anni. La stagione 2013 è seconda a quella attuale. Quest’anno la sindrome influenzale ha determinato un vero assalto ai pronto soccorsi e negli ambulatori dei medici di base. Per evitare che continui questa situazione è importante una giusta prevenzione e per i soggetti più a rischio è consigliabile il vaccino disponibile ancora per qualche giorno”.
Insomma, l’influenza ci sta mettendo a dura prova.
Ma quali sono i sintomi ai quali dobbiamo prestare molta attenzione? L’infezione si manifesta con stati febbrili molto elevati, il termometro arriva anche a toccare punte di 39,5 gradi, mal di gola, mal di testa, tosse, dolori muscolari con spossatezza. La convalescenza è piuttosto lunga, gli esperti rivelano che si rischia di restare al letto almeno per una settimana. Per chi invece deve tenere testa al virus intestinale ricordiamo che i sintomi sono: nausea, vomiti e diarrea. Si raccomanda di non disidratarsi, bere molto e a piccoli sorsi.
Le categorie più a rischio sono i bambini al di sotto dei 5 anni, gli ultrasessantacinquenni (secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore della Sanità è raddoppiato il numero degli anziani colpito dal virus) le donne in gravidanza, pazienti affetti da patologie croniche, persone con basse difese immunitarie perché soggette a terapie d’urto come la chemio. I soggetti più deboli possono rischiare delle complicazioni, come polmoniti e broncopolminiti. Se trascurata l’influenza può portare anche complicanze molto gravi. Come ha ricordato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin “l’anno scorso in Italia sono morte 8.000 persone per complicanze legate appunto all’influenza”. (fonte ANSA).
Un altro elemento che, probabilmente, ha determinato un maggior numero di persone colpite dal virus è stato il ritiro lo scorso autunno, poi ripristinato dalle autorità sanitarie, del vaccino Fluad, che ha portato a un calo del 20%. A tal proposito il Ministro Lorenzin è d’accordo con il prolungamento delle vaccinazioni che solitamente parte dal mese di ottobre per concludersi a dicembre. E i soggetti più a rischio, dicono gli esperti, farebbero bene a vaccinarsi.
Un maggior numero di vaccinati permetterà così di migliorare le condizioni di salute di anziani e ridurre gli accessi nei pronto soccorsi. In questo periodo, infatti, sono aumentate le corse ai pronto soccorsi ospedalieri. All’ospedale di Roma, Villa San Pietro Fatebenefratelli, il direttore dell’UOC, Prof. Francesco Sabetta, ci fa sapere che nel mese di gennaio c’è stato un incremento del 10% e quasi del 25% delle ambulanze. Circa 157 accessi al giorno, parte di questi proprio di persone affette dal virus influenzale. Le raccomandazioni del professor Sabetta sono “Evitare esposizioni prolungate al freddo e se colpiti dall’influenza stare a casa al riposo assoluto, al caldo e curarsi solo con farmaci antinfluenzali e antipiretici”.
Da Roma a Pescara, dove il reparto di Medicina Generale dell’ospedale Santo Spirito in questo periodo è stato preso d’assalto. Ci sono ricoveri giornalieri, tra pazienti colpiti dall’influenza e quelli affetti da altre patologie, che superano il numero dei posti letto a disposizione del reparto. (sono 32 i posti letto a fronte di un maggior numero di pazienti, in un giorno si è arrivati a ricoverare 52 persone).Per far fronte a questa situazione, l’azienda ospedaliera ha scelto di rispettare l’orario di accettazione per il ricovero in stanza mentre per gli altri, che non vogliono trasferirsi in altri ospedali, sono previste le dovute cure in barella posizionate nei corridoi.
Dal punto di vista territoriale le regioni più colpite sono le Marche (19,7% su 1000 abitanti), la Campania (14,4%), e il Trentino (12,8%).
Oltre alle Marche, anche la Toscana e l’Abruzzo hanno messo in campo delle azioni mirate per cercare di tutelare la salute dei cittadini e limitare le conseguenze dell’influenza. La Regione Toscana e la Federazione Italiana Medici di base (FIMMG) hanno siglato un accordo per il potenziamento assistenziale sul territorio al fine di garantire cure adeguate a tutta la collettività. “L’accordo prevede – ci ha spiegato il Dott. Vittorio Boscherini, segretario regionale FIMMG – solo in caso di necessità il potenziamento della struttura nel caso in cui si dovessero presentare disagi assistenziali. In più abbiamo previsto un rafforzamento della continuità assistenziale dei medici di base con visite a domicilio. Ricordiamo che i medici di base di norma già lavorano anche il sabato mattina fino alle 12. Misure che consentiranno una minore invasione dei pronto soccorsi”. “Sono d’accordo con il prolungamento delle vaccinazioni “- ha detto Boscherini – perché il vaccino non solo protegge il singolo, ma anche la collettività in quanto la prevenzione e di conseguenza la mancata trasmissione del virus della singola persona evita il diffondersi dell’infezione”.
Le misure straordinarie messe in atto dalla regione Toscana saranno attive fino a metà marzo quando ormai la situazione sarà finalmente tornata alla normalità.
Anche l’Abruzzo si è attrezzato con misure di emergenza a tutela della salute dei cittadini: si è costituita una convenzione con una clinica privata per i casi di ricovero di media intensità, non disponendo un numero fisso di posti letto ma, anche qui, solo se dovessero presentarsi delle criticità.
Se da una parte le Regioni, con un rafforzamento dei presidi ospedalieri e della continuità assistenziale, si sono organizzate per sconfiggere e arginare l’influenza, spetta anche a noi attenerci a delle regole base per prevenirla.
Regola numero uno: restare a casa ai primi sintomi influenzali. Poi evitare luoghi affollati e coprirsi la bocca se si tossisce o starnutisce. Lavarsi spesso le mani. I bambini, come si sa, sono una delle categorie più a rischio contagio e per evitare che si ammalino sarebbe opportuno non mandarli a scuola o nelle palestre già dai primi sintomi.