Ogni giorno sotto gli occhi di tutti passano in tv e sui cartelloni pubblicitari posti sui lati della strada messaggi relativi il cibo. Se da una parte si trovano proposte gastronomiche di massa legate al fast-food, dall’altro invece inizia a farsi spazio un ‘menù’ decisamente più bio e a km 0. Ma quest’ultima proposta fatica a farsi strada essendo al momento una particolare richiesta di pochi. Ciò che invece è applaudito da molti, per convenienza economica, rapidità e per facilità nel reperimento, sono quei generi alimentari pre-confezionati che popolano gli scaffali dei supermercati.
Il cibo è una delle cause principali di malattie e queste patologie il più delle volte interessano i più giovani andando a incidere nella loro psiche e nello stesso rapporto che essi costruiscono con la dieta alimentare. Da sempre, infatti, gli adolescenti hanno un rapporto dialettico con il proprio corpo. Un legame che nei tempi più recenti ha assunto un fattore di importanza sempre crescente, soprattutto con la diffusione dei social network. Questa relazione viene portata all’esterno per essere valutata attraverso like e condivisioni. Il corpo è oggetto di giudizio immediato, il selfie uno specchio pubblico, che esce dalla dimensione privata della propria cameretta. Nasce il foodporn, il cibo da mangiare con gli occhi, atto a immortalare con uno scatto e con l’#hashtag un bel piatto il quale non deve essere necessariamente buono e salutare, l’essenziale che sia estetico e bello da vedere. Viene da sé che al passato di verdure preparato in casa si prediliga – per Instagram, ad esempio – un hamburger ben impacchettato in una scatola che nel logo riportante racchiude in sé la nuova cultura che i giovani hanno del cibo.
Di questa lettura del cibo è parte viva, nonché elemento che desta preoccupazione, l’obesità infantile che rappresenta oggi una delle grandi emergenze sanitarie dei Paesi ad alto sviluppo e l’Italia detiene, in Europa, uno dei primati negativi di bambini e adolescenti con eccesso di peso. Rivolgersi al pediatra è quanto mai essenziale, un invito questo che gli esperti rivolgono alle famiglie affinché il giovane con semplice sovrappeso può presentare già in età precoce delle complicanze rilevanti come il fegato grasso (steatosi epatica), livelli elevati di insulina, trigliceridi, colesterolo, uricemia e pressione arteriosa aumentata.
Gli specialisti italiani, in tal senso, propongono consigli pratici per ridurre l’apporto calorico e diminuire il contenuto dei grassi, «ma più che la prescrizione di diete – spiegano –, spesso disattese, l’educazione alimentare, specie dell’adolescente, deve essere volta a stimolare comportamenti autonomi e corretti», che comprendono anche un’attività fisica regolare (almeno 60 minuti al giorno).
Anoressia e bulimia sono Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) che possono presentarsi in modo estremamente variabile, fino a determinare un grave impatto sullo sviluppo sia fisico che psicologico del bambino e dell’adolescente. Si tratta di malattie complesse determinate da più fattori – spiegano gli specialisti – sia di natura genetica-biologica sia ambientale. La maggiore vulnerabilità osservata nelle ragazze adolescenti, o in giovani adulte, sembra suggerire come questi disturbi possano essere scatenati dai cambiamenti fisici e ormonali che caratterizzano la pubertà nonché da una possibile difficoltà evolutiva nel passaggio dall’infanzia alla vita adulta. Negli ultimi anni si è registrato un esordio sempre più precoce di questi disturbi, che da un lato può essere spiegato dall’abbassamento dell’età della prima mestruazione e da un anticipato ingresso nell’età adolescenziale, dall’altro può essere ricondotto alla prematura età in cui bambini e adolescenti sono esposti alle pressioni sociali e culturali dei media, internet e social network, appunto.