Alle 20.30 di ieri sera è terminata dopo 55 ore – 15 ore di più rispetto alle previsioni iniziali a causa della natura rocciosa del terreno – l’operazione di scavo del tunnel parallelo al pozzo di soli 25 centimetri di diametro e lungo 110 metri, a Totatlán vicino Malaga, dove il 13 gennaio scorso è caduto Julen, un bambino di 2 anni.
Secondo quanto riportato da El Pais il passo successivo per provare a raggiungere il piccolo Julen sarà quello di “intubare” il tunnel verticale con dei cilindri di metallo così da evitare frane e consentire ai minatori di calarsi nella capsula metallica appositamente costruita. Non è ancora chiaro qual è il punto esatto dove si trova il bambino così si è deciso di realizzare un buco di circa 20 centimetri fino al pozzo per introdurre una videocamera e vedere se il piccolo si trovi o meno a una profondità di 70 metri come ipotizzato.
Al momento nessun contatto verbale con il piccolo ma l’unico elemento che ha confermato la sua presenza nel pozzo è stato il ritrovamento di tracce biologiche all’interno del pozzo, tra cui alcuni capelli che stando agli esami del DNA appartengono al bambino.
La Spagna e il mondo intero sta vivendo giorni e ore di angoscia con la speranza di ritrovare Julen vivo.
La triste storia spagnola che sta tenendo tutti con il fiato sospeso riporta alla mente il tragico incidente di Vermicino avvenuto 38 anni fa. Era il giugno del 1981 quando il piccolo Alfredino Rampi, di 6 anni, finì in un pozzo artesiano profondo 80 metri lungo via di Vermicino, una strada che collega Roma con Frascati. Si tentò per ore di raggiungere Alfredino, bloccato a 36 metri di profondità, e riportarlo in superficie ma purtroppo non si riuscì a salvarlo.
Mutua Mba, segue gli sviluppi delle operazioni di salvataggio nella speranza che si arrivi presto ad un lieto fine.