Sono oltre 5 milioni gli italiani che soffrono di osteoporosi, la malattia che rende le ossa più fragili incrementando il rischio di frattura. Di questi, circa l’80% sono donne in post menopausa, un dato che definisce in modo più specifico il range di persone colpite da questa patologia alla cui origine ci sono il deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo e la conseguente riduzione della massa minerale ossea (o densità minerale ossea). Le parti del corpo maggiormente colpite dalla malattia delle ossa sono le vertebre, il femore prossimale, l’omero prossimale, il polso e la caviglia.
Stando ai dati diffusi dal Ministero della Salute e contenuti all’interno dell’indagine elaborata da Multiscopo dell’ISTAT “Aspetti della vita quotidiana” relativa all’anno 2019, l’8,1% (il 2,3% dei maschi e il 13,7% delle femmine) della popolazione italiana ha dichiarato di essere affetto da osteoporosi, con prevalenza che aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età, in particolare nelle donne dopo i 55 anni, fino a raggiungere il 32,9% (l’11,2% dei maschi e il 47,5% delle femmine) oltre i 74 anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ripetutamente richiamato l’attenzione sull’osteoporosi e, soprattutto, sulle fratture da fragilità, che hanno rilevanti conseguenze sia in termini di mortalità sia di disabilità motoria, con elevati costi sanitari e sociali.
Tra i principali fattori di rischio non modificabili dell’osteoporosi troviamo l’età anagrafica, il genere (le donne presentano minore massa ossea rispetto agli uomini e la riduzione degli ormoni sessuali, che si verifica con la menopausa, produce una più rapida e precoce perdita di massa ossea) e la familiarità, mentre tra quelli modificabili ci sono lo stile di vita sedentario, l’alimentazione non equilibrata povera di calcio e ricca di sale (quest’ultimo aumenta l’eliminazione del calcio con l’urina), il consumo rischioso e dannoso di alcol, l’abuso di caffeina, il sovrappeso e l’obesità, l’eccessiva magrezza, i disturbi del comportamento alimentare e il tabagismo.
Le fratture ossee dovute all’osteoporosi provocano non pochi fastidi e un dolore particolarmente acuto. Inoltre, in relazione ad alcune zone del corpo guariscono con reale lentezza tanto da richiedere un intervento chirurgico riparativo. Nelle persone con osteoporosi, le fratture ossee possono verificarsi anche a seguito di traumi o cadute non particolarmente gravi: cosa che si verifica per effetto della riduzione della massa minerale ossea, riduzione che aumenta la fragilità dello scheletro. Come già detto, le ossa maggiormente inclini a fratturarsi sono quelle dell’anca, del polso e le vertebre. In quest’ultimo caso le ossa possono subire una frattura da compressione, che ne riduce l’altezza e che, se interessa più elementi vertebrali, induce una curvatura anomala della colonna vertebrale.