Primo freddo, primi virus influenzali.
Secondo le ultime stime della rete Influnet coordinata dall’Istituto superiore di sanità, con il sostegno del ministero della Salute e il contributo dei camici bianchi ‘sentinella’, medici di famiglia e pediatri di libera scelta delle varie regioni, dalla fine del mese di ottobre sono già 125 mila gli italiani costretti al letto a causa del primo colpo di coda influenzale.
Esaminando la situazione al livello regionale, l’incidenza complessiva più alta si osserva al momento in Abruzzo (3,63 casi per mille assistiti) e Lombardia (2,25), la più bassa in Veneto (0,26) e Campania (0,30). (fonte)
Le previsioni parlano di circa 5 milioni gli italiani che saranno colpiti dall’influenza nel corso della stagione autunnale e invernale.
Con ogni probabilità il virus di quest’anno sarà l’AHN1 e il virus B.
L’influenza dovrebbe essere di intensità media anche se non bisogna abbassare la guardia come ha suggerito Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli studi di Milano e direttore sanitario IRCCS Galeazzi di Milano: “lo scorso anno ci aspettavamo una stagione influenzale di media intensità e invece è stata una delle più pesanti degli ultimi anni. Una lezione che non dobbiamo dimenticare. Molto dipenderà anche dal meteo: se questo inverno dovesse essere più lungo e freddo sicuramente si avranno molti più malati”.
Per l’esperto, visto che la situazione è ancora abbastanza tranquilla, questo è il momento giusto per vaccinarsi e rivolge così un appello in particolare ai camici bianchi e agli operatori sanitari: “Dovrebbero, come gesto di responsabilità professionale, vaccinarsi”.
Pregliasco ha spiegato che “siamo ancora lontani dalla stagione epidemica vera e propria. In compenso, però, ci infastidiscono alla grande le forme ‘simil-influenzali’, grazie agli sbalzi termici” registrati nei giorni scorsi “che favoriscono” i cosiddetti ‘virus cugini’. “Sono forme comunque da non sottovalutare”, avverte. Quanto alla “vera influenza” – ha ricordato – arriverà quando la temperatura si mantiene rigida per un discreto periodo di tempo”.
Vaccinarsi, torna a ribadire lo specialista, “è importante. Abbiamo registrato un lieve miglioramento nell’adesione da parte degli ultra 65enni. Rimane invece bassa la quota dei più giovani, con problematiche cardiache e respiratorie croniche. E lo stesso vale per il personale sanitario che, ripeto, dovrebbe al contrario immunizzarsi per responsabilità professionale”.
L’influenza è una malattia provocata da virus del genere Orthomixovirus, che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). È molto contagiosa, perché si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, con tosse e starnuti, ma anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona, o per via indiretta, attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. (fonte: salute.gov.it)
Quali sono i sintomi dell’influenza e come prevenirla?
I sintomi più comuni sono febbre alta oltre 38, dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione nasale o mal di gola.
“In generale – ha spiegato Pregliasco – sono infezioni che si diffondono con rapidità: un solo starnuto può contenere circa 40000 micro goccioline che possono viaggiare a oltre 300 all’ora”.
Una volta colpiti dall’influenza il virologo raccomanda di “utilizzare farmaci senza obbligo di ricetta (lo fanno già 57 italiani su 100, secondo un’indagine di Assosalute) per abbassare i sintomi ma senza cancellarli: azzerare la febbre e andare a lavorare fa il gioco del virus: si contagiano altri e ci si ammala di più”.
Quando assumere gli Antibiotici?
“Solo se dopo 4 giorni i sintomi persistono, quando c’è un coinvolgimento batterico. Ma è il medico a doverli prescrivere. No all’utilizzo dei vecchi antibiotici rimasti nell’armadietto delle medicine di casa”.
La trasmissione interumana del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche per via indiretta attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.
Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo nel limitare la diffusione dell’influenza.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha valutato le evidenze sulle misure di protezione personali (non-farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza e ha raccomandato le seguenti azioni:
Tali misure si aggiungono a quelle basate sui presidi farmaceutici (vaccinazioni e uso di antivirali) e rappresentano l’intervento preventivo di prima scelta, una pratica riconosciuta, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali.