L’agenda della presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, negli ultimi giorni è stata interessata da non poche modifiche a causa di un problema di salute non banale. La leader di Fratelli d’Italia è costretta a casa da giorni dalla sindrome otolitica, diagnosticata da un otorino. Tuttavia, stando a quanto riferito dal suo staff, le sue condizioni di salute sarebbero in netto miglioramento.
Annualmente, 4 milioni di italiani adulti sono affetti da disturbi dovuti agli otoliti presenti nell’orecchio interno. I cristalli dell’orecchio, anche noti con il nome di otoliti, otoconi, statoconi, sono composti da carbonato di calcio (CaCO3), di forma oblunga, che misurano da 3 a 19 μm, presenti nell’utricolo e nel sacculo (organi otolitici) che insieme ai tre canali semicircolari, fanno parte del sistema vestibolare (sistema dell’equilibrio). Gli otoliti sono inglobati in un materiale gelatinoso, la membrana otoconica, che è adagiata alle cellule ciliate. Dalle cellule ciliate hanno origine le fibre nervose che costituiscono il nervo vestibolare. Il distacco degli otoliti dalla loro sede causa vertigine, ovvero un’erronea sensazione di movimento di noi stessi o dell’ambiente che ci circonda.
Nelle vertigini da distacco otolitico la vertigine è di tipo oggettivo, spesso rotatoria, caratterizzata da: vertigini che si presentano in seguito a movimenti bruschi della testa, coricandosi o alzandosi dal letto, girandosi su un fianco, chinandosi in avanti o guardando in alto (da qui il nome di Vertigine Parossistica Posizionale); vertigine intensa, improvvisa di breve durata; nausea e/o vomito, sudorazione, senza perdita di coscienza; nistagmo (movimenti involontari e a scatti degli occhi).
In questi casi è fondamentale rivolgersi a uno specialista che, una volta effettuata la visita, può eseguire precise manovre per riportare gli otoliti nella loro posizione originale. Esistono diversi tipi di manovre liberatorie, come la manovra di Semont, la manovra di Epley, e la manovra di McClure, a seconda dell’ampolla interessata. Questi trattamenti consistono in una serie di movimenti della testa e del corpo condotti dal medico sul paziente, al fine di far uscire gli otoliti dall’ampolla. Se la manovra va a buon fine il paziente durante l’esecuzione avverte una breve e violenta vertigine con rotazione dell’ambiente esterno inversa rispetto a quella presente durante le crisi. Questa viene definita vertigine liberatoria proprio perché coincide con la fuoriuscita degli otoliti dall’ampolla.