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Giornata mondiale del Malato, il Papa indirizza un messaggio alle persone sofferenti
![](https://www.mbamutua.org/lavoce/wp-content/uploads/2025/02/Giornata-mondiale-del-Malato.jpg)
“Cari malati, cari fratelli e sorelle che prestate la vostra assistenza ai sofferenti, in questo Giubileo voi avete più che mai un ruolo speciale. Il vostro camminare insieme, infatti, è un segno per tutti, «un inno alla dignità umana, un canto di speranza» la cui voce va ben oltre le stanze e i letti dei luoghi di cura in cui vi trovate, stimolando e incoraggiando nella carità «la coralità della società intera» in una armonia a volte difficile da realizzare, ma proprio per questo dolcissima e forte, capace di portare luce e calore là dove più ce n’è bisogno”. A scriverlo è papa Francesco nel messaggio indirizzato ai malati in occasione della 33esima Giornata mondiale del malato che si celebra martedì 11 febbraio.
Istituita il 13 maggio 1992 da papa Giovanni Paolo II, nel corso di questi anni la Giornata Mondiale del Malato ha posto l’accento su temi, situazioni, realtà diverse, in un cammino ecclesiale condiviso. Questa ricorrenza nel ’92 assunse un grande valore considerato che da circa un anno al pontefice polacco era stata diagnosticata la malattia di Parkinson. La sua condizione di malato venne condivisa dal Vaticano solo più tardi ma restano impresse nei ricordi di tutti le immagini del Capo della Chiesa segnato dalla malattia fino alla sua morte nel 2005. Il papa stesso aveva scritto molto sul tema della sofferenza e credeva nella sua forza salvifica e redentrice, come ha poi indicato nella sua lettera apostolica Salvifici Doloris.
“L’esperienza della malattia e della sofferenza – prosegue Bergoglio – può generare un incontro facendo emergere una domanda di senso: “perché io, perché a me, perché in questa situazione”. E questa domanda in genere viene rivolta al Dio creatore, del quale sappiamo che è la risposta di senso per ognuno di noi. Secondo il Papa dunque è possibile trovare il senso in ciò che sembra esserne privo. “Ciascuno di noi è chiamato a trovare la risposta di senso nella propria esperienza”, spiega invitando ad “accogliere l’esperienza della malattia nella fedeltà a Dio e nella dimensione del dono” ma anche della “condivisione”.
Poi parla di “angeli di speranza”, che sono – precisa – i nostri affetti, i nostri curanti, tutte le persone attorno a noi quando sperimentiamo la sofferenza: nulla è peggio di viverla da soli. Il Papa ci dice che i malati hanno un ruolo speciale. “Camminare insieme è un segno della dignità umana, è un canto di speranza. I malati non sono solo i destinatari della nostra azione ma gli agenti principali di una rinnovata testimonianza, che dà luce e speranza a tutti noi”, conclude.