Giornata Mondiale del Sonno, "Dormire bene per vivere meglio"

Domani si celebra la Giornata Mondiale del Sonno (World Sleep Day). La World Sleep Society ha organizzato tantissimi eventi ed iniziative in oltre 70 paesi in tutto il mondo, con il claim “Dormire bene per vivere meglio” .

Passiamo un terzo della nostra vita a dormire, per cui la qualità del sonno è importantissima. Eppure, spesso non dormiamo bene, o dormiamo poco, a causa dello stile di vita frenetico e stressante, di comportamenti sbagliati, di disturbi specifici o malattie del sonno che frequentemente vengono ignorati o sottovalutati.
Sono sempre più le branche della medicina che indagano il legame tra sonno e patologie psichiche e fisiche, dalla neurologia all’endocrinologia, dalla pediatria alla psicologia. Il sonno influenza ogni aspetto della nostra vita, in maniera positiva e negativa. Capire perché dormiamo male, o poco, e cercare una soluzione, vuol dire vivere bene, lavorare o studiare meglio, essere produttivi e migliorare l’umore e le performance sportive, ma anche i rapporti con colleghi, amici e famigliari. Dei disturbi del sonno abbiamo già parlato sul nostro blog pochi giorni fa.
La Giornata Mondiale del Sonno è stata istituita nel 2008, è la prima edizione aveva come slogan “Dormi bene, vivi sveglio”. Ogni anno si celebra in un giorno diverso, il venerdì prima dell’equinozio di primavera.
Nel 2016 ai 40 paesi del mondo aderenti al World Sleep Day, se ne sono aggiunti altri 32.  Lo scorso anno hanno partecipato 394 delegati da 72 paesi di 5 continenti.
 

 
Sono 14 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, e in generale il 41% della popolazione soffre di disturbi del sonno. Anche tra i giovani sta diventando un problema diffuso: la percentuale di ragazzi al di sotto dei 20 anni che soffre di insonnia è passata dal 10% del 2008 al 20% del 2016! Secondo una ricerca condotta da Jim Horne, esperto di sonno ed ex direttore dello Sleep Research Centre alla Loughborough University, le donne avrebbero bisogno di più riposo, almeno venti minuti in più degli uomini, per la struttura cerebrale più complessa, che richiede più tempo per decomprimere, a causa della natura multitasking e problem solving caratteristica del sesso femminile. Questo in teoria, ma in pratica sono proprio le donne a dover rinunciare a ore di sonno, per alzarsi dal letto al richiamo dei figli piccoli o perché iperattive di giorno. L’università di Modena e Reggio Emilia ha recentemente svolto una indagine – commissionata da PerDormire, brand specializzato – che ha rivelato che fin dal risveglio un italiano su cinque pensa di essere già in ritardo, come se le ore di sonno avessero ridotto la possibilità di adempiere ai propri doveri. Oltre il 30% del campione si sente addirittura in colpa per aver passato una buona notte di riposo.
In Italia è attivo il portale Informasonno, un progetto per sensibilizzare tutti sulla cultura del sonno, con consigli, informazioni e percorsi educativi fondati su basi scientifiche ed esperienze professionali. E se siete anche voi tra quel 41% di persone che soffrono di disturbi del sonno, potete provare a seguire le linee guida stilate dalla World Sleep Society:

  1. Andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora.
  2. Se si fa una siesta pomeridiana non deve eccedere i 45 minuti.
  3. Non bere alcool o fumare quattro ore prima di andare a dormire.
  4. Evitare caffeina o tè e bevande frizzanti o cioccolato sei ore prima di andare a letto.
  5. Non mangiare alimenti troppo grassi o piccanti o troppo dolci quattro ore prima di andare a dormire. È ammesso solo un piccolo snack.
  6. Fare esercizio fisico regolare ma non immediatamente prima di coricarsi.
  7. Dormire in un letto comodo e invitante.
  8. Trovare la temperatura giusta per la notte e mantenere l’ambiente sempre ben ventilato.
  9. Bloccare i rumori che distraggono e ridurre al minimo la luce.
  10. Utilizzare il letto solo per dormire o per il sesso e non per lavorare o per altre attività ricreative.

 

Mariachiara Manopulo
Mariachiara Manopulo
Bolognese di nascita e quasi romana d’adozione, mi sono laureata in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica, e specializzata prima con un Master in diritto parlamentare e valutazione delle politiche pubbliche e poi con un Master in Digital PR e Media Relations. Ho avuto diverse esperienze nel settore della comunicazione; dopo più di tre anni passati nell'ufficio stampa di un gruppo parlamentare alla Camera dei deputati, ora lavoro nell'ufficio Comunicazione e Marketing di Health Italia.

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