Giornata mondiale della Sindrome di Asperger, a Milano si accendono i riflettori sulla donne “alla fine dello spettro”

Domenica 16 febbraio, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger a Milano, presso Superstudio Più, si terrà un incontro pubblico a ingresso gratuito dal titolo “Uniche come me. Donne Asperger:le invisibili alla fine dello spettro” e nel corso del quale verrà presentato in anteprima il libro “Autismo al femminile” di Fisher Bullivant F e a cura di David Vagni e edito da Edizioni Edra. Essere donne Asperger – spiega l’autore del libro – spesso induce a vivere in uno stato di perenne invisibilità, creato da una parte dalle abilità di mascheramento sociale e dall’altra dalla calibrazione dei test diagnostici sulla base di caratteristiche strettamente maschili. L’Asperger al femminile presenta specificità che spesso sfuggono alla lente clinica, portando in alcuni casi a diagnosi sbagliate, con un carico seguente di sofferenza difficilmente sopportabile.

 Come spiega Tony Attwood, uno dei massimi esperti in materia: “Abbiamo urgente bisogno di elaborare una versione femminile dei test per la sindrome di Asperger, che identifichi le ragazze in base a come si presentano. L’Asperger non diagnosticato può portare a una devastante perdita di autostima nelle ragazze”. Allo stesso tempo gli interventi psicologici ed educativi, quando intrapresi, presentano le medesime fragilità, favorendo il senso di non adeguatezza, di incapacità e di insicurezza spesso condiviso da ragazze e donne di tutte le età. Riconoscersi ed essere riconosciute per le proprie specificità, abilità e fragilità, diventa quindi un momento fondamentale e irrinunciabile per ogni donna nello spettro.

 Per questo motivo Spazio Asperger ONLUS, in collaborazione con Edizioni Edra e Superstudio Group, dedica quest’anno la Giornata mondiale della Sindrome di Asperger alle donne Asperger, organizzando questo evento gratuito patrocinato dal Municipio 6 del Comune di Milano e introdotto dai saluti dell’Assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune di Milano, Gabriele Rabaiotti. Nel corso della giornata, che si svolgerà dalle 9 alle 18, saranno affrontati da un punto di vista scientifico ed educativo numerosi temi legati all’Asperger al femminile: dal camaleontismo sociale all’identità di genere e alla sessualità nelle donne Asperger, passando attraverso le possibili tipologie di intervento a sostegno di ragazze e donne nello spettro, insieme ad uno sguardo inedito sulle multi-eccezionalità che in alcuni casi caratterizzano le donne e le ragazze Asperger. Interverranno anche donne Asperger per raccontare la propria esperienza ed i propri vissuti.

 Obiettivo generale dell’incontro è la condivisione di esperienze di vita e di percorsi di intervento capaci di far emergere non solo le difficoltà esperite dalle donne nello spettro, ma anche le loro potenzialità, allo scopo di poterne vivere responsabilmente e consapevolmente. Riportando al femminile quanto espresso da Hans Asperger: “Il positivo e il negativo in una persona, il suo potenziale di successo o fallimento, le sue attitudini e difficoltà – si condizionano reciprocamente e derivano dalla stessa fonte. Il nostro obiettivo terapeutico dovrebbe essere quello di insegnare alla persona come far fronte alle proprie difficoltà. Non come eliminarle. Dobbiamo educare la persona ad affrontare sfide speciali con strategie speciali; il nostro compito non è di rendere la persona consapevole di essere malata, ma quello di renderla responsabile della propria vita.”

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

1 Comment

  1. Francesca Sansone ha detto:

    Parlano di noi, dicono di noi, ci incensano, ci adulano, ci dicono che valiamo per quello, come e chi siamo, ma non parlano con noi, ci evitano, ci immolano, ci dicono di cambiare per non essere quello, come e chi siamo.
    Siamo donne Asperger, più o meno intelligenti.
    “Soffriamo di un disturbo”?
    No!
    Soffriamo perchè gli altri ci considerano un disturbo!
    Per me l’Asperger non è un disturbo, non vedo il mondo in bianco e nero, gli altri vedono me in bianco e nero, perchè il loro senso della vista è molto diverso dal mio, dal nostro.
    Noi vediamo e viviamo diversamente, ma questa “diversità” fa di noi un tema di cui parlare, non qualcuno con cui parlare.
    “Sono affetta dalla Sindrome di Asperger” esattamente come sono affetta da capelli e occhi castani e sono affetta da sesso femminile, sono affetta da pelle chiara e soffro del disturbo di non girarmi mai dall’altra parte, un brutto disturbo quando non taci e non eviti di ricordare alle persone che dicono e affermano tutto e il contrario di tutto, in poco tempo. Sono affetta da buona memoria, da ottima memoria e ho difficoltà di apprendimento delle tecniche dell’ipocrisia che autorizzano chiunque a contraddirsi senza il timore che qualcuno lo faccia notare, a meno che quel qualcuno non sia come me: una affetta da un disturbo che impedisce di dimenticare le contraddizioni e che anche al proprio migliore amico dice “guarda che ieri hai detto l’opposto”.
    Siamo affette da solitudine perchè a molti piace parlare di noi, ma a pochi piace parlare con noi, a pochissimi stare con noi.
    Sono una donna, Asperger, non ho difficoltà cognitive, anzi, pare proprio i contrario, ma capisco gli animali, perchè non si contraddicono, capisco i computer, perchè sono logici, non capisco le persone, perchè negando l’evidenza, creano le verità, dimenticando la realtà, chiedendosi poi “perché le cose vanno così?”.
    Le cose vanno nella direzione in cui le si mette, se alle “cose” si cambia direzione, le “cose” andranno diversamente.
    Per fare andare le cose “diversamente”, bisogna accettare il fatto che le cose possano andare “diversamente”, ma se le cose potessero andare diversamente, forse l’essere “diversi” non si noterebbe più così tanto, forse si parlerebbe meno di noi e più con noi.
    Per adesso le cose vanno in questa direzione: si parla di noi, ma non con noi.