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Giornata Mondiale dell’Udito: ascolta il futuro…e preparati!
L’importanza della prevenzione nella giornata mondiale dell’udito.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 5% della popolazione, 360 milioni di persone, dei quali 32 milioni sono bambini, sono affetti da disturbi dell’udito. In Italia si stima che le persone affette da tali problemi siano complessivamente circa 7 milioni. (fonte: epicentro.iss.it).
Il 40% delle perdite di udito è dovuto a cause genetiche, mentre il 31% è causato da infezioni come il morbillo, la parotite, la rosolia e la meningite. Il 17% dipende da complicazioni alla nascita e il 4% dall’utilizzo inconsapevole di farmaci che sono pericolosi per l’udito da parte delle donne incinte o ai neonati. Per gli esperti, il 50% di questi problemi si sarebbe potuto prevenire. L’importanza della prevenzione, l’educazione sanitaria e la diffusione dell’informazione per ridurre le ipoacusie è l’obiettivo della Giornata Mondiale dell’Udito che si celebra in tutto il mondo il 3 marzo.
In occasione della Giornata Mondiale, World Hearing Day, in Italia l’Associazione Nonno Ascoltami, ha organizzato, con il sostegno del Ministero della Salute, una campagna social e il 3 marzo i post a tema avranno l’hashtag #Dica33.
L’uovo rappresenta il simbolo della fragilità del corpo umano, evidenzia l’importanza della prevenzione nella diagnosi dei problemi uditivi per evitare danni irreversibili ed è l’icona delle campagne lanciate dall’OMS. L’Associazione è attiva sul territorio italiano e dal 2009 diffonde sempre più la cultura della prevenzione e l’attenzione a un corretto stile di vita grazie anche ad appuntamento che si svolge durante il mese di ottobre. L’evento si chiama “Nonno Ascoltami” e prevede controlli gratuiti dell’udito nelle principali piazze italiane con la collaborazione e la disponibilità di medici specialisti.
In Italia l’ipoacusia riguarda una persona su tre tra gli over 65 ed è però emerso che sono ancora poche le persone che effettuano i controlli dell’udito.
“E’ importante fare i controlli audiometrici – ha spiegato il dott. Giancarlo Cavaniglia, medico chirurgo specializzato in otorinolaringoiatria che si occupa di diagnosi e terapia dei disturbi dell’udito – A differenza di quanto accade in molti Paesi europei, in Italia si sottovalutano i disturbi dell’udito, a tal punto che l’ipoacusia degenera spesso in sordità e gli acufeni sono considerati un fastidio a cui ci si abitua.
Ai primi segnali di abbassamento dell’udito invece bisogna rivolgersi all’Otorinolaringoiatra, per eseguire tutti i test medici richiesti dal caso diagnosticato e, eventualmente, utilizzare l’apparecchio acustico”.
Per quanto concerne le misure di prevenzione il dott. Cavaniglia ha spiegato che “Bisogna per prima cosa chiarire due punti. Prima di tutto, le patologie dell’orecchio non sono mai primitive, ma insorgono come complicazione diffusa dalle prime vie aeree (flogosi rinosinusali, faringotonsilliti, episodi infiammatori delle vegetazioni adenoidee, poi nell’infiammazione e infezione dell’orecchio medio la mucosa va incontro ad una modificazione – metaplasia – che favorisce nuovi episodi flogistici – effetto memoria). La prevenzione va quindi fatta sulle prime vie aeree riducendo le infiammazioni e trattando i primi sintomi in maniera adeguata per evitare le complicazioni specie nei soggetti predisposti.
Per quanto riguarda le ipoacusie da esposizione ai rumori (di tipo lavorativo) bisogna usare tutti i presidi messi a disposizione per ridurre gli eventuali danni (cuffie, etc.), in quanto l’orecchio è fatto per sentire i suoni, anche a volume elevato, ma è indifeso verso i rumori (privi di armoniche) che possono distruggere in maniera irreversibile le cellule ciliate deputate a trasformare il suono e la voce in uno stimolo nervoso da inviare al lobo temporale del cervello”.
E’ importante quindi mantenere una buona funzione uditiva sottoponendosi ai controlli di screening ed agire ai primi campanelli d’allarme per evitare delle complicanze sia dal punto di vista della salute che sociale, perché non sottovalutiamo che i problemi dell’udito rendono difficile la comunicazione favorendo così l’isolamento e la depressione della persona colpita dalla patologia.
“L’orecchio – ha concluso Cavaniglia – è un organo di senso molto importante e delicato, ci serve oltre che per sentire, anche per capire da dove provengono i suoni sia per permetterci una vita di relazione, sia per farci pervenire eventuali segnali di pericolo. L’uomo è un essere sociale e vive in mezzo agli altri con i quali deve interloquire e relazionarsi, è quindi fondamentale mantenere l’efficienza uditiva nel migliore dei modi. È necessario controllare la funzionalità uditiva sin dalla primissima infanzia in modo da prevenire, curare, riabilitare i danni al sistema uditivo il più precocemente possibile. Eseguire per tempo terapie mediche ed eventuali interventi chirurgici che possano ripristinare la funzione uditiva. In caso si rendesse necessario ricorrere ad una protesi acustica superare falsi preconcetti e seguendo le indicazioni dello specialista rivolgersi a un Centro di apparecchi acustici per scegliere il più adatto alle proprie esigenze”.