Partecipazione attiva e sguardo rivolto al futuro. Pur essendo ormai lontani i tempi in cui le piazze italiane si popolavano di giovani attivisti che si spendevano per la tutela dell’ambiente, i Fridays for Future, a Milano in questi giorni si torna a parlare della salute dell’ecosistema in occasione della Youth4Climate, la conferenza dei giovani sul clima organizzata dal Governo italiano come evento introduttivo alla Pre-Cop26 e con un’ospite di tutto rilievo, Greta Thunberg. La Pre-Cop26, definita dal Ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, “il primo esperimento di governo del futuro”, è la riunione dei ministri dell’Ambiente in preparazione della Cop26, la conferenza annuale dell’Onu sul clima, che si terrà a Glasgow, in Scozia, dal 31 ottobre al 12 novembre. Nel corso di questa tre giorni, avviata martedì 28 settembre e che si concluderà giovedì 30, sono oltre 400 i giovani intervenuti (due per ciascuno dei 197 paesi dell’Onu) e che si confrontano con diversi esperti in relazione a tematiche strettamente correlate alla crisi climatica. In preparazione dell’evento erano state raccolte ben 8700 richieste di adesione.
Anche in questo caso, incisive le parole della giovane attivista svedese che ha puntato il dito verso i leader mondiali a suo parere poco concreti e molto retorici sul tema. “Le emissioni – ha detto intervenendo in apertura della tre giorni – continuano ad aumentare. Possiamo invertire questa tendenza, ma serviranno soluzioni drastiche. E dato che non abbiamo soluzioni tecnologiche, vuol dire che dovremo cambiare noi. Non possiamo più permettere al potere di decidere cosa sia la speranza. La speranza non è un qualcosa di passivo. La speranza vuol dire la verità, vuol dire agire. E la speranza viene sempre dalla gente. Noi vogliamo giustizia climatica, e la vogliamo ora“.
“La crisi climatica – ha proseguito l’attivista svedese – è sintomo di una crisi di più ampio respiro, la crisi sociale della ineguaglianza, che viene dal colonialismo. Una crisi che nasce dall’idea che alcune persone valgono più di altre. Stiamo andando velocemente nella direzione sbagliata. I nostri leader non agiscono volutamente, e questo è un tradimento. Non possono dire che lo fanno, perché continuano ad aprire miniere di carbone e a sfruttare giacimenti, senza aumentare i fondi ai paesi vulnerabili. Selezionano giovani come noi facendo finta di ascoltarci, ma non è vero. Non ci hanno mai ascoltati”.
Proprio per dire basta al “chiacchiericcio” e per far sì che i riflettori restino ben puntati sull’annosa questione ambientale, venerdì 1° ottobre è in programma una prima manifestazione pacifica di piazza intitolata Student Strike for Future. Protagonisti assoluti saranno proprio gli studenti che, così come avvenuto con i Fridays For Future, sciopereranno per il clima e con lo scopo di mostrare alle delegazioni dei Governi presenti a Milano che il problema sta a cuore anche e soprattutto dai giovani, elettori di oggi e domani.