L’ora più buia è scattata. Nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio la Russia di Vladimir Putin ha dato avvio all’azione militare contro l’Ucraina. I venti di guerra che negli scorsi giorni soffiavano sull’Europa si sono trasformati in suoni di sirene e in tragiche esplosioni che hanno causato già decine di morti. L’attenzione della comunità internazionale sulla questione ucraina è alta, intanto non si fermano i bombardamenti su Kiev e sulle altre città che i ribelli vogliono occupare.
La preoccupazione è soprattutto per i civili: donne, uomini, bambini e operatori umanitari che sin dalle prime ore dell’alba sono stati scaraventati nello scenario inquietante dei conflitti mondiali che hanno caratterizzato il Novecento fino alla guerra nei Balcani degli anni 90. In molti hanno dato avvio alla grande fuga verso le campagne e le regioni più occidentali del Paese, al momento meno rischiose rispetto al fronte orientale (sul lato russo); tanti altri invece sono sui treni diretti in Polonia. Al momento gli aeroporti del paese sono bloccati: né si parte né si arriva.
Bollino rosso per i bambini. Sono almeno 7,5 milioni i minori in Ucraina in grave pericolo di danni fisici, forte disagio psicologico e sfollamento, a seguito dell’escalation delle ostilità verificatasi alle prime ore del mattino. È questo il contenuto della nota diramata da Save the children, ricordando che a Kiev e in altre grandi città come Kharkiv, bambini e famiglie sono stati costretti a rinchiudersi negli scantinati e nei rifugi antiaerei. I genitori riferiscono che hanno cercato di calmare i loro figli terrorizzati. Migliaia di altre persone stanno fuggendo dalla capitale, per lo più in auto. A raccontarlo è stato lo stesso Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, che si è dovuto rifugiare, insieme ad altre persone, in un sotterraneo della Cattedrale della Resurrezione di Kiev a causa dei bombardamenti “intensi” in città. Save the children opera in Ucraina dal 2014, fornendo aiuti umanitari essenziali ai bambini e alle loro famiglie.
Le temperature a Kiev stanno scendendo sotto lo zero e i bambini sfollati rischiano di dover affrontare lunghe notti e giorni esposti a condizioni brutali. Nell’Ucraina orientale – prosegue Save the children – più di 400.000 minori vivono nelle aree ad alto rischio degli impatti diretti della presenza di soldati e artiglieria, che includono la possibilità di essere feriti o uccisi da pistole, mine e armi esplosive, o di essere sfollati dalle loro case. A partire da lunedì, almeno 100.000 di essi e le loro famiglie hanno già lasciato le loro case e attualmente si trovano presso amici, parenti e estranei, spesso in condizioni anguste. Save the children chiede “urgentemente a tutte le parti in conflitto di accettare l’immediata cessazione delle ostilità, per ridurre il rischio per la vita e il benessere dei bambini”.
“I bambini sono terrorizzati – racconta Irina Saghoyan, direttrice di Save the children per l’Europa orientale -. Stanno sentendo esplosioni, viene loro chiesto di fuggire con solo i vestiti addosso. Il rischio per la loro salute mentale e il potenziale trauma a lungo termine non possono essere sottovalutati”.