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Hannes: la mano bionica made in Italy
Hannes è una mano bionica, frutto della ricerca italiana, che piega le dita come una mano naturale e ha una presa perfetta!
Il suo nome è Hannes, ha una presa perfetta ed è stata realizzata in Italia dal Rehab Technologies Lab, il laboratorio congiunto nato circa 5 anni fa dalla collaborazione tra l’Inail e l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova.
Si tratta della prima mano bionica italiana – che prende il nome dal professor Hannes Schmidl, già direttore tecnico del Centro protesi Inail di Budrio, a cui si deve l’avvio dell’attività di ricerca protesica e la prima protesi mioelettrica Inail-Ceca del 1965 – che consente di restituire alle persone con amputazione dell’arto superiore circa il 90% della funzionalità perduta, con un maggiore durata della batteria e un costo ridotto di circa il 30% rispetto ai dispositivi oggi in commercio.
Il fine del progetto era quello di creare una mano con peso e qualità dei movimenti quanto più possibile equiparabili a quelli di un arto reale e l’intento è stato raggiunto dopo un lavoro durato 3 anni.
Il progetto “è nato dallo sviluppo di una mano per robotica umanoide che è stata poi utilizzata per sviluppare una protesi” ha detto Matteo Laffranchi, responsabile tecnico Laboratorio Rehab Technologies. “Sostanzialmente – ha spiegato – da un prototipo che veniva utilizzato per scopi più di ricerca abbiamo realizzato questa tecnologia che utilizza un solo motore elettrico per chiudere tutte le dita della mano. Questo rende la protesi più leggera, meno costosa è molto più versatile”.
Quali sono le caratteristiche dell’innovativo e unico dispositivo?
A spiegarlo alle agenzie di stampa nel corso della conferenza stampa di presentazione Lorenzo de Micheli, responsabilie laboratorio Rehab Technologies Itt: “La mano – ha detto – è attuata da un solo motore che trascina le dita in chiusura in modo molto armonioso attraverso dei cavi, un po’ mimando quelli che sono i tendini della mano umana. Questo motore viene poi comandato dalla persona attraverso la contrazione muscolare di alcuni muscoli residui che stanno all’interno dell’invaso a cui è connessa la mano. L’attività di questi muscoli residui, la contrazione, viene raccolta da dei sensori i quali poi comandano in apertura e chiusura la mano attraverso il singolo motore”.
In questo modo i pazienti avranno la capacità di comandare la mano semplicemente pensando ai movimenti naturali e senza la necessità di alcun trattamento chirurgico invasivo. Il pollice è orientabile in 3 diverse posizioni e rende possibili i tipi di orse necessarie bella vita di tutti i giorni.
Il meccanismo alla base del movimento delle dita, della forza e del tipo di presa dipende dal sistema Dag (Dynamic Adaptive Grasp) che conferisce alla mano la capacità di afferrare gli oggetti adattandosi alla loro forma e di resistere alle eventuali sollecitazioni esterne. Le caratteristiche di costruzione del dispositivo consentono alla batteria di coprire fino a una giornata intera di utilizzo.
La mano è stata realizzata in 2 taglie e in versione destra e sinistra ed è in grado di spostare oggetti fino a un peso di 15 kg. Sarà disponibile a partire dal 2019.