Sono le star indiscusse del web.
Basta scorrere la bacheca di Facebook e non meno di Instagram che foto e filmati con loro protagonisti attraggono e a volte divertono anche.
Si tratta dei gatti, animali domestici preferiti da tanti, grandi e bambini, ma che spesso dividono tra pareri contrastanti. Se in molti sono allergici al loro pelo lungo, altri hanno addirittura paura dei piccoli felini che oggi contano ben cinquanta razze in tutto il mondo. Si chiama ailurofobia – o elurofobia – ed è la paura irrazionale e persistente dei gatti. È una fobia abbastanza comune e spesso chi ne soffre associa inconsciamente il gatto al soprannaturale. Un relazione del tutto giustificata da secoli di letteratura medievale e gotica in cui il gatto veniva interpretato come la rappresentazione di forme oscure in terra. L’ailurofobia, di cui soffrono generalmente le donne (95% in tutto il mondo) è esattamente l’opposto dell’ailurofilia, ossia amore estremo per i gatti.
Le persone con ailurofilia, a differenza delle altre, nutrono un forte senso di rispetto, affetto e responsabilità nei confronti dei gatti.
Esistono però diversi gradi di ailurofilia: si passa infatti dai comuni amanti dei gatti, che ne adottano uno o due spesso personalizzando la propria abitazione e rendendola a loro più congeniale possibile, fino ai casi più estremi di persone che adottano, acquistano o raccolgono per strada una grande quantità di gatti.
Generalmente l’attaccamento agli animali è banalizzato ma si devono ben comprendere quali possono essere i limiti e quali le conseguenze.
Dall’amore all’odio, o quasi.
Provare repulsione per qualcosa o verso qualcuno spesso crea frequenti disagi. Chi soffre di ailurofobia non solo non apprezza i felini ma non ama restare in compagnia dei loro padroni. Un accostamento comprensibile che si ripropone tutte le volte che non si ama qualcosa: i fumatori non gradiscono il fumo, chi non beve il caffè quasi generalmente non entra in un bar. E così via. Inoltre, vicino a un gatto, coloro che soffrono di ailurofobia, possono avere veri e propri attacchi di panico con difficoltà respiratorie.
Ad oggi l’ailurofobia non è stata affrontata in modo completo dalla scienza, pertanto si parla sì di una patologia ma non presenta una vera e propria letteratura scientifica. Certo è che questa fobia può essere causata o dalla trasmissione familiare della stessa o da un’esperienza spiacevole con i gatti durante la prima infanzia: il bambino, infatti, vista l’età impressionabile, una volta attaccato da un gatto, può esserne toccato sensibilmente e portarsi questa paura fino all’età adulta. Altre volte invece nasce da una paura ingiustificata dipendente da cause ignote.
Tranquilli, però, ad avere paura dei gatti non sono solo le donne. Anche gli uomini infatti presentano questa fobia e a dimostrarlo sono gli annali della storia. Diversi grandi personaggi storici soffrivano di ailurofobia. Tra loro troviamo grandi condottieri: Giulio Cesare, Gengis Khan, Hitler, Mussolini e Napoleone. In quest’ultimo caso si racconta che durante un periodo in cui l’esercito era preoccupato dall’eccessiva e molesta presenza di ratti, i suoi consiglieri suggerirono utilizzare i gatti per sterminare i topi e prevenire il diffondersi della peste. Ma Napoleone pur opponendosi categoricamente dovette convenire con i suoi consiglieri ‘chiedendo soccorso’ ai suoi migliori nemici felini.