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I love life, al via la campagna di sensibilizzazione sullo scompenso cardiaco
Si chiama “I love life” ed è la campagna d’informazione e sensibilizzazione sullo scompenso cardiaco realizzata da Novartis con il patrocinio del Ministero della Salute e di AISC (Associazione Italiana Scompensati Cardiaci).
Lo scompenso cardiaco è considerato in Italia la seconda causa di morte e secondo le stime è destinata a divenire, entro il 2020, la terza causa di decessi al mondo.
E’ una sindrome clinica complessa definita dall’incapacità del cuore di fornire il sangue in quantità adeguata all’effettiva richiesta dell’organismo. Può manifestarsi a qualunque età, ma è più frequente in quella avanzata: la patologia colpisce l’1% delle persone al di sotto dei 65 anni, il 7% di coloro che hanno tra i 75 e gli 84 anni e fino al 15% degli over-85.
I più comuni fattori che possono contribuire all’insorgere dello scompenso cardiaco sono problemi cardiaci di varia natura, come infarto, patologie coronariche, ipertensione, malattie delle valvole cardiache, infiammazioni o malattie del miocardio (il “muscolo” del cuore), difetti congeniti, patologie polmonari. Oltre a questi anche abuso di droghe/alcol e fumo di sigaretta.
Tra gli altri fattori che possono aggravare la condizione c’è il diabete.
Individuare lo scompenso cardiaco è complesso e riscontrare distintamente il quadro dei sintomi nella pratica clinica, specialmente nelle fasi iniziali della malattia, non è sempre facile, dunque per diagnosticare chiaramente la condizione sono necessari dati obiettivi, che si possono ottenere solo attraverso indagini strumentali.
Ci sono due tipologie di scompenso cardiaco, quello cronico e quello acuto. Il primo è il più comune ed i sintomi tendono a manifestarsi lentamente e ad aggravarsi con il passare del tempo.
Lo scompenso cardiaco acuto ha una comparsa improvvisa e i sintomi sono gravi fin dall’inizio: può verificarsi come conseguenza di un attacco cardiaco che ha danneggiato determinate aree del cuore oppure, più frequentemente, come reazione all’improvvisa incapacità dell’organismo di compensare le carenze dovute allo scompenso cardiaco cronico.
Nella maggior parte dei pazienti (80% circa), lo scompenso cardiaco acuto è l’improvviso peggioramento di quello cronico: ha un forte impatto iniziale, richiede la somministrazione di trattamenti adeguati, ma può avere una durata breve ed è possibile uscirne rapidamente. È anche l’indicatore predittivo più affidabile (su basi statistiche) dei decessi e della rinnovata necessità di ricoveri ospedalieri tra i pazienti con scompenso cardiaco cronico.
L’età media delle persone ricoverate per crisi di scompenso cardiaco acuto, per oltre la metà donne, è di 75 anni. Nella maggior parte dei casi si tratta di pazienti affetti da ipertensione grave, i sintomi osservati con maggiore frequenza sono:
la dispnea (respiro corto)
l’edema polmonare
l’ingrossamento della vena giugulare
precedenti clinici di ipertensione e fibrillazione atriale
(fonte AISC)
Grazie alle recenti innovazioni terapeutiche oggi lo scompenso cardiaco può essere curato in maniera efficace con farmaci in grado di produrre benefici clinici a lungo termine: in particolare, facendo ricorso agli ARNI (inibitori del recettore dell’angiotensina e della neprilisina). Si tratta di una nuova classe di farmaci che va ad amplificare la funzione di sistemi neuro-ormonali, in grado di produrre benefici clinici a lungo termine. Studi clinici hanno dimostrato come questa nuova classe di farmaci prolunghi la durata della vita con punte fino a 2-3 anni in più rispetto alle terapie ad oggi disponibili”. Le parole di Claudio Rapezzi, professore di Cardiologia presso il dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale Alma Mater dell’Università di Bologna e direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna.
Con il fine di far conoscere l’importanza e la severità di questa patologia, per consentire a chi ne soffre di rivolgersi tempestivamente a uno specialista e trovare delle soluzioni che permettano di riprendere in mano la propria vita è stata organizzata la campagna “I love life. Il cuore è imprevedibile, lo scompenso no. Curarlo si può. Non lasciare andare la tua vita”. Si è svolta qualche giorno fa la prima tappa del tour a Torino, che ha riscosso grande successo di pubblico.
Protagonista della Campagna è Cino, un cuore stilizzato che accompagnerà una serie di attività sul territorio nazionale e il lancio di una pagina facebook dedicata, all’interno della quale è possibile trovare informazioni sulla patologia e seguire le iniziative della campagna. Prossimi appuntamenti a Napoli il 16 giugno e a Verona il 29 settembre, in occasione della Giornata Mondiale del Cuore.