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I Primogeniti sono più intelligenti?
Nascere primo figlio in una famiglia ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi.
Tra gli svantaggi c’è sicuramente quello che spesso la responsabilità delle “marachelle” commesse dal fratello o sorella minore ricadono sul più “grande”. Quante volte vi è capitato di sentire dai genitori frasi del tipo: “Sei il fratello più grande e a te spetta il compito di dare l’esempio! ”
Ebbene sì, sei il primogenito e sei anche considerato il modello ambizioso da ammirare e seguire perché risulti essere il più intelligente. Ancor di più se sei femmina.
Ad affermarlo è stato uno studio dell’ISER (Istituto Studio e Ricerche) che sostiene che maggiore è la differenza di età tra fratelli e sorelle e maggiore è la possibilità che i più grandi raggiungano obiettivi migliori sia in campo scolastico che nella vita. Siblings Configuration Educational Aspiration And Attainment,, ha esaminato 1503 gruppi di fratelli e sorelle per un totale di circa 3.500 persone, appartenenti a diversi nuclei familiari e tenendo anche conto del livello di istruzione dei genitori, è emerso che i primogeniti maschi hanno una superiorità, pari al 7%, rispetto ai secondogeniti, perché possiedono un’ambizione tale che gli permette di sviluppare quelle capacità necessarie per dare il meglio di sé e raggiungere gli obiettivi. Il dato è superiore, quasi il doppio il 13% se ad essere primogenito è una femmina. Maggiore è il gap tra fratelli e maggiore sono i risultati che si ottengono al livello scolastico. Un ulteriore dato interessante è che i figli maggiori arrivano a degli obiettivi superiori rispetto a colui o colei che li segue nonostante tutti i figli vengano trattati nello stesso modo dai genitori. Ma sembra non essere così.
A dimostrarlo è stato un ulteriore studio, ad opera di un ricercatore dell’Università di Oslo, Peter Kristensen che ha affermato che il primogenito ha un QI (quoziente di intelligenza) di 2,3 punti in più rispetto al fratello minore. Kristensen ha controllato, tramite test, l’intelligenza di un campione di 250 mila maschi, di età compresa tra i 18 e i 20 anni e ha appurato che il QI diminuisce con il diminuire dell’ordine di nascita.
Kristien sostiene che la colpa, se di questa vogliamo parlare, non è da attribuire all’ordine di nascita, ma all’educazione adottata dai genitori che sostanzialmente favoriscono i primi figli dedicando loro maggior tempo e attenzioni. E stando a quanto affermato da Kristien il divario educativo è ancora più evidente per le famiglie numerose dove la differenza tra il primo e l’ulivo figlio è di 2,9 punti.
In sostanza, i secondogeniti o terzogeniti devono rassegnarsi a vivere nell’ombra dei fratelli o, ancor di più delle sorelle che li precedono? Stando alle ricerche sembrerebbe proprio di sì.
Facciamo un po’ di gossip. Se prendiamo ad esempio alcuni personaggi del mondo dello spettacolo nazionale e internazionale ci sono eccezioni che confermano la regola e altri no.
È il caso di Leslie Lopez, sorella più piccola della famosissima attrice, cantante e modella Jennifer, anche lei cantante ma all’opera e con meno notorietà della sorella. Anche Solange Knowles, sorella più piccola della famosa Beyoncè ha cercato in tutti i modi di eguagliarsi alla sorella maggiore ma con scarsi risultati. Altro caso è quello di Belen Rodriguez che è approdata come un ciclone nel mondo della televisione italiana affermandosi nello show come bella, brava e intelligente, caratteristiche che vorrebbe avere anche la sorella minore Cecilia costretta, per ora, a vivere nell’ombra scomoda della primogenita. Se diamo uno sguardo ai reali di Inghilterra la storia non cambia, è il caso di William e Hanry, quest’ultimo fratello minore e ribelle che è destinato anche ad essere secondo nella linea di successione al trono del Regno Unito. La moglie del principe d’Inghilterra, Kate Middleton e sua sorella Pippa, di quest’ultima sono sconosciute le sue doti e la sua intelligenza e che vive nell’ombra della sorella maggiore futura regina d’Inghilterra.
Stesso copione anche per i personaggi vip di casa nostra. Un esempio sono le sorelle Ventura, Simona, chiamata anche supeSimo, ha avuto negli anni un impatto mediatico più travolgente rispetto a sua sorella Sara anche lei, bravissima e impegnata nel mondo dello spettacolo, ma in radio.
Discorso a parte invece per i fratelli Fiorello, in questo caso il QI si è suddiviso in parti uguali. Per Beppe eguagliare la celebrità e la bravura dello showman Rosario non sarebbe stata certamente un’impresa facile, nonostante fosse il figlio maggiore, così per evitare il confronto ed essere etichettato come il “fratello di..” ha pensato bene, con intelligenza e maestria, di virare nel campo del cinema per avere una propria identità e ottenere risultati eccellenti. Ma ci sono anche esempi in cui è il fratello o la sorella minore ad avere la meglio. È il caso di Lee Anni Davette, sorella maggiore del famoso Tom Cruise che vive nell’ombra del fratello minore nonostante si è occupata per anni dell’ufficio stampa del fratello. In questo caso però sorge spontanea una domanda: la notorietà di Tom Cruise, oltre che per le sue indubbie doti da attore, sarà forse anche merito del lavoro di immagine da parte della sorella? Ai posteri l’ardua sentenza.
O ancora, Manuela Arcuri, ormai affermata attrice e sorella minore di Sergio, il quale ha provato, invano, ad affacciarsi nel mondo del cinema, ma l’ombra della sorella, nonché donna, ha pesato parecchio.
Ma sarà propio così? Insomma i primogeniti sono davvero più intelligenti e con una maggiore capacità di affermarsi nella vita sociale rispetto ai fratelli minori?
Per saperne di più, Mutua Basis Assistance ha contattato la psicoterapeuta, la dottoressa Marinella Cozzolino, che ha spiegato quali sono i fattori che determinano una “marcia in più” dei figli maggiori rispetto ai fratelli minori.
“A volte i genitori – ha detto la Cozzolino – si lamentano delle diversità dei propri figli mettendo in evidenza le doti e le qualità intellettive che ha il primogenito rispetto agli altri.
Ma il primo figlio viene vissuto dai genitori in maniera diversa rispetto agli altri perché nel suo caso c’è un accudimento maggiore, un’attenzione minuziosa, e gli studi sostengono che l’intelligenza del bambino si sviluppa anche in base al contatto fisico che ha con la madre. Quanto è maggiore il tempo che viene dedicato con i primi figli meno è quello e la voglia che si spende per gli altri. Questo non vuol dire che il secondogenito è meno amato rispetto al fratello o sorella, ma nei suoi confronti c’è una cura minore e le emozioni che danno gli altri figli sono ripetitive, sono vissute un po’ come un’abitudine. Con l’arrivo del primo figlio c’è un mondo da scoprire quindi lo starci più addosso, le ansie e le accortezze sono quasi inevitabili. I bambini che crescono bene sono coloro ai quali viene garantita una base solida e sicura e questo aspetto viene meno per i terzi o i quarti figli, ecco perché spesso sentiamo dire che i questi crescono da soli.
C’è un altro fattore importante che riguarda i primogeniti: quando nasce un fratello il primo figlio diventa grande e i genitori tendono a responsabilizzarlo e lo rendono partecipe nell’accudire il piccolo arrivato. Questo fa sì che il primo figlio cresce prima e raggiunge una certa maturità anzitempo. Il primogenito attraversa due fasi, la prima è quella che vive per i primi anni un’infanzia, tipica del figlio unico, subisce l’amore dei genitori in maniera totale e poi vive il passaggio di responsabilità spesso accompagnato dal padre e dalla madre. Il secondo figlio, invece, non vivrà mai un giorno da unico figlio perché si ritrova da subito a condividere tutto con il fratello. Queste caratteristiche incidono molto nella struttura del primogenito in quanto da una parte rafforzano la personalità del primo e dall’altra diminuiscono quelle del secondo che si ritrova ad avere la cosiddetta “porta aperta” grazie alle conquiste di chi l’ha preceduto. Io non ne faccio una questione di cultura ma di intelligenza che per i primi figli si sviluppa nella capacità di arginare gli ostacoli, di ottenere determinate cose, nelle cose da affrontare, i grandi devono combattere tante battaglie che i fratelli minori non affronteranno”.
Abbiamo fatto degli esempi che riguardano le differenze di alcuni fratelli e sorelle di personaggi del mondo dello spettacolo nazionale e internazionale, in questi casi? Cosa ne pensa?
“Nel caso delle celebrità, non è sempre un dato certo perché spesso i secondi figli hanno affermazioni importanti in altri campi. Quando entra in gioco la notorietà, oltre alla bravura, c’è anche la fortuna che fa la sua parte. Essere un personaggio pubblico di successo non è significa essere più intelligente del fratello più piccolo che vive e si realizza in un’altra dimensione. Ci sono fratelli di personaggi famosi che hanno raggiunto massimi livelli, ad esempio in campo medico, che non spiccano solo perché il settore dove sono impegnati non ha una rilevanza mediatica forte come lo spettacolo”.
I secondi e terzi figli sono destinati a vivere con la sindrome del fratello minore?
“Ci sono casi in cui la possibilità di “risvegliarsi” esiste, con la volontà e l’intelligenza di trovare una propria strada completamente diversa, il primo figlio spesso somiglia all’idea che i genitori vogliono per lui, ad esempio si fa l’avvocato perché il padre esercita la professione e il genitore ha questa aspettativa nei suoi confronti, gli altri invece lavorano sulla ribellione. Se la ribellione non è fine a se stessa ed è invece costruttiva nel seguire un percorso diverso stando da soli e dimostrando una grande forza questo è un bel traguardo anche per chi è nato dopo.”
E per i figli unici?
“Ai figli unici manca il confronto, la condivisione e soprattutto il distacco dai genitori, per distacco intendo lo spostamento dell’attenzione. Questo determina un costante coinvolgimento emotivo e l’aspettativa dei genitori rimane fino a 40 anni.”
E voi che ne dite? Soffrite della sindrome del fratello minore o avete avuto “l’intelligenza” di percorrere una strada alternativa che vi ha permesso di raggiungere degli obiettivi senza termini di paragone?
Mutua Basis Assistance, opera nel principio di mutualità, ragion per cui non fa nessuna distinzione tra fratelli maggiori o minori. Le società di Mutuo Soccorso sono organizzazioni no profit e per loro vige l’Art. 15 TUIR in vigore dal 01/01/2008 per il quale dall’imposta lorda si detrae un importo pari al 19 per cento degli oneri sostenuti dal contribuente (fino al tetto massimo di € 1291,14 annui).
Mutua Basis Assistance risulta essere la prima Società di mutuo soccorso italiana per numero di associati perché, nel panorama della Sanità Integrativa, riesce a distinguersi per l’innovazione dei sussidi rivolti a chi intende affidare la tutela della propria salute alla Società. Tra le caratteristiche che contraddistinguono l’attività di Mba, quelle rivolte alle famiglie, sono: nessun limite di età per l’acceso all’assistenza di base, inclusione nella copertura anche dei figli oltre i 26 anni affetti da gravi disabilità, riconoscimento della “coppia di fatto”, principio della porta aperta, si entra a far parte della mutua facendone espressa domanda alla mutuo soccorso. Tutti gli assistiti possono ricevere importanti vantaggi anche per l’assistenza domiciliare, altra grande nota dolente del Sistema Sanitario Nazionale, e inoltre, come ha spiegato Luciano Dragonetti,consigliere di Mba e presidente A.NA.PRO.M. Associazione Nazionale Promotori Mutualistici “ i costi dei sussidi restano fissi nel tempo anche se aumenta il numero dei componenti del nucleo familiare, questo è possibile solo grazie al principio mutualistico “no profit” che contraddistingue ogni società di mutuo soccorso ”.