Non devono esistere regioni di seria A e regioni di serie B. Un monito arrivato pochi giorni fa dal mondo della politica in relazione alla richiesta di autonomia di alcune regioni italiane, tra queste Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, e ribadito dal presidente del Sis 118 Mario Balzanelli tornato a parlare del pronto intervento nei casi in cui una persona viene colpita all’improvviso da un malore rischiando la propria vita. “Quando si è in pericolo imminente di perdere la vita, evento che si verifica spesso all’improvviso e che colpisce centinaia di migliaia di cittadini all’anno, non si può – ha allertato Balzanelli – essere sfacciatamente fortunati e trovarsi in una determinata regione (dove il servizio di soccorso funziona meglio) piuttosto che in un’altra, né lo Stato può consentire che nello stesso Paese ci siano figli e figliastri”. Per affrontare questa criticità il 118 e il Campus Biomedico di Roma hanno firmato una convenzione per la prima edizione delle “Linee di indirizzo terapeutico del sistema 118 Italia”.
Il Sis 118, Società scientifica accreditata dal Ministero della Salute per l’elaborazione delle linee guida di Medicina di emergenza territoriale, con questa firma intende fornire un contributo inedito e fondamentale alla realizzazione di un obiettivo strategico: la realizzazione condivisa, da parte dei Sistemi 118 nazionali, delle linee di indirizzo terapeutico per la gestione del paziente in fase acuta in ambito extraospedaliero. La convenzione con il Campus biomedico prevede infatti percorsi congiunti in tema di formazione, addestramento, aggiornamento, di management e percorsi di verifica e revisione della qualità oltre che di ricerca scientifica. Con il supporto fornito da Felice Agro’, Ordinario della cattedra di anestesia, rianimazione e terapia intensiva del Campus.
“Riteniamo fondamentale ed indifferibile – ha così spiegato il presidente del 118 – che sia assicurato a tutta la popolazione pari diritto di accesso alle cure, e questo in caso di emergenza sanitaria non può che tradursi in standard di risposta istituzionale del Sistema dell’emergenza”.
Solo nel maggio scorso lo stesso Balzanelli, con una lettera inviata ai media nazionali, aveva ribadito la necessità di una urgente riforma del sistema 118 nazionale chiedendo di implementare l’organico. Il cittadino/utente ha diritto di avere la migliore qualità possibile di prestazioni nelle situazioni critiche in cui è a rischio la sua vita. E il sistema 118 ha dunque il dovere di essere sempre, comunque e pienamente all’altezza del suo compito, specialmente nelle occasioni di estrema gravità. “In questo senso, nelle patologie tempo-dipendenti del ‘quintetto dell’ora d’oro’ (arresto cardiaco, infarto del miocardio, ictus, trauma maggiore con lesioni craniche, toraciche e addominali, insufficienza respiratoria da edema polmonare, broncospasmo, pneumotorace) è irrinunciabile – informava Balzanelli – effettuare un intervento di soccorso al massimo entro 15 minuti, altrimenti non vi è alcuna possibilità di salvare i soggetti che ne sono compiti. È evidente che, in questi casi, l’intervento, per essere concretamente utile, deve essere effettuato da un equipaggio di soccorso sanitario costituito da medico ed infermiere”.
Per tali ragioni risulta quanto mai necessario dare ai Set 118 italiani la definitiva più adeguata stabilizzazione di organico professionale medico ed infermieristico che, con l’appoggio dei soccorritori laici, garantirebbe l’efficacia del servizio e il più elevato grado di sicurezza per i pazienti.