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Il 2020 sarà l’anno dedicato alla salute delle piante, lo annuncia la Fao

Essere in salute è pressoché essenziale ma se si dibatte sul benessere dell’ambiente allora è del tutto fondamentale. Il “bene-stare” della Terra è la condizione principale per la salute dell’essere umano. Ne sono convinte le Nazioni Unite che alla vigilia del nuovo anno hanno annunciato che i prossimi dodici mesi saranno dedicati alla salute delle piante. A lanciare la campagna green è Qu Dongyu, direttore generale della Fao, l’agenzia dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione, riflettendo sull’importanza di tutelare le piante, che forniscono l’80% del cibo che mangiamo e producono il 98% dell’ossigeno che respiriamo, ma che sono esposte alla continua minaccia di malattie e parassiti.

“Le piante – ha spiegato Qu Dongyu – costituiscono la base della vita sulla Terra e sono il pilastro più importante della nutrizione umana. Ma non possiamo dare per scontato che le piante godano di buona salute”. Certo, è sicuramente questo il momento storico più sensibile alla tematica green e più vicino a una cultura ecosostenibile che si sta diffondendo globalmente e che tocca direttamente le principali potenze economiche del mondo. Il 2019 infatti è stato l’anno di Greta Thunberg, l’attivista sedicenne svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico, e del grande movimento studentesco Fridays For Future, nato proprio in risposta all’attivismo di Greta, che negli ultimi mesi sta spingendo migliaia di ragazze e ragazzi a scioperare il venerdì e a riunirsi nelle piazze di tantissime città per rivolgersi ai governi, chiedendo a gran voce azioni concrete contro i cambiamenti climatici e reclamando il proprio diritto al futuro.

I cambiamenti climatici e le attività umane stanno infatti alterando gli ecosistemi, riducendo la biodiversità e creando condizioni ideali per lo sviluppo di parassiti. Dal 2009 ad oggi il volume dei viaggi e del commercio internazionale è triplicato aumentando il rischio di diffondere rapidamente malattie e parassiti in tutto il mondo, causando gravi danni alle piante autoctone e all’ambiente. Malattie e parassiti che spesso sono impossibili da debellare e hanno una  gestione lunga e costosa. Proteggere le piante è quindi molto più economico che affrontare le emergenze fitosanitarie. Per questo il direttore generale della Fao ha richiesto con urgenza l’introduzione di interventi efficaci e partecipati.

Ogni anno – si legge in una nota diffusa dalla Fao – il 40% delle coltivazioni mondiali viene distrutto da malattie e parassiti, causando perdite commerciali per oltre 220 miliardi di dollari, con gravissimi danni all’agricoltura, principale fonte di reddito per le comunità rurali più povere e riducendo alla fame milioni di persone. Se “destiniamo le risorse necessarie e aumentiamo il nostro impegno per la salute delle piante”, “interveniamo per il bene delle persone e del pianeta”, aggiunge invece António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, sollecitando politiche e interventi in questo campo, fondamentali per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, fissati dall’Onu entro il 2030.

È dunque quanto mai necessario importante rafforzare il rispetto delle norme e degli standard fitosanitari internazionali. Se non ora, quando?

 

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