Stop dei voli provenienti dal Bangladesh
Gianni Rezza “dobbiamo mantenere alta l’attenzione perché il virus continua a circolare”
“Abbiamo scelto la linea della prudenza”. Le parole del Ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto nell’edizione serale del Tg1 di martedì 6 luglio a seguito della sospensione, per una settimana, dei voli in arrivo dal Bangladesh a causa delle 36 persone (su 270 passeggeri n.d.r.) risultate positive al Covid-19 sull’ultimo volo proveniente da Dacca atterrato all’aeroporto di Roma-Fiumicino. “Esiste un problema frontiere – ha detto – perché per il mondo questa è la fase peggiore. Nell’ultimo weekend ci sono stati circa 400mila casi, un numero significativo. L’Italia in questi mesi ha fatto un grande lavoro che ha consentito di piegare la curva epidemica e non possiamo vanificare il lavoro svolto con ingressi che possono metterci in difficoltà”. Dal punto di vista mondiale, secondo quanto affermato dal Ministro Speranza, “è il momento peggiore dall’inizio della pandemia, motivo per il quale dobbiamo alzare il livello di attenzione e avere particolare riguardo ai nostri confini”. Lo scorso 30 giugno, il Ministro della Salute Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza che prevede l’isolamento per 14 giorni e la sorveglianza sanitaria per chi proviene da tutti i Paesi extra Schengen. “I tamponi all’arrivo sono una misura ulteriore, ma non sostitutiva della quarantena”, ha affermato. È stata disposta una sospensione valida per una settimana durante la quale si lavorerà a nuove misure cautelative per gli arrivi extra Schengen ed extra Ue. “La quarantena per chi viene da Paesi extra UE ed extra Schengen è già prevista ed è confermata. Ma dopo tutti i sacrifici fatti non possiamo permetterci di importare contagi dall’estero. Meglio continuare a seguire la linea della massima prudenza”.
Vanno mantenuti i comportamenti corretti per contenere l’allerta dei focolai registrati negli ultimi giorni in alcune regioni del Paese ed alimentati anche dai contagi di ritorno, ovvero quelli importanti da chi rientra in Italia da aree a rischio.
Calano i casi in Italia, ma tornano a salire i decessi.
(fonte ANSA)
“Il sistema di indicatori funziona molto bene – ha dichiarato Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute – dobbiamo convivere con questi numeri fino a settembre/ottobre augurandoci che non ci siano cluster importanti. Il problema sarà con la riapertura delle scuole su cui dobbiamo tenere alta l’attenzione perché il virus continua a circolare”.
Tra le misure cautelative previste in questa fase di riapertura dei confini regionali e di tutte le attività commerciali e balneari, è fondamentale il distanziamento fisico, le norme igieniche e indossare le mascherine perché, come dichiarato dal Premier Conte alla vigilia della fine del lockdown “le uniche misure efficaci per contrastare la diffusione del virus sono il distanziamento fisico e l’utilizzo, ove necessario, delle mascherine di protezione. Abbandonare il rispetto di queste precauzioni, oggi è una grave leggerezza. Il virus non è scomparso, come dimostrato anche dai dati dei contagi che pur in calo continuano a essere registrati ogni giorno”.
Se da una parte il Governo raccomanda a tutti di non abbassare la guardia e continuare a seguire le regole di prevenzione al fine di contrastare al diffusione del virus ancora in circolazione per scongiurare un eventuale ritorno al lockdown, dal fronte medico la Commissione europea ha autorizzato il medicinale Remdesivir per il trattamento contro Covid-19. L’autorizzazione ha seguito una procedura accelerata, arriva una settimana dopo la raccomandazione dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), e l’approvazione da parte degli Stati membri. Si tratta di tempi record, in periodi normali ci vogliono oltre due mesi perché si passi dalla domanda all’autorizzazione Ue.
Remdesivir beneficia ora di un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata, che è uno dei meccanismi normativi dell’Ue creato per facilitare l’accesso anticipato ai medicinali in situazioni di emergenza e in risposta a minacce per la salute pubblica come l’attuale pandemia.