Vacanze, per molti, è sinonimo di sole e mare. Siamo entrati nel vivo dell’estate e l’esodo di milioni di italiani verso le località balneari è cronaca di questi giorni. Il primo consiglio è quello di aguzzare la vista nella scelta del luogo di villeggiatura per assicurarsi che la spiaggia abbia la bandierina “blu” perché se dovessimo entrare in contatto con l’acqua inquinata, la salute, soprattutto quella dei bambini, correrebbe dei rischi da non sottovalutare. Stando agli esperti, infatti, le malattie a cui possiamo andare incontro se ci tuffiamo nel mare infetto sono gastroenterite e/o infezioni cutanee.
Qual è la causa?
Lo stafilococco presente nell’acqua del mare e in parte anche sulla sabbia.
Ma come evitare spiacevoli situazioni che potrebbero mettere a repentaglio le tanto attese vacanze? Mutua Basis Assistance in questo articolo intende fornire le giuste precauzioni attraverso la voce autorevole della dottoressa Patrizia Teofoli, Dirigente I livello Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IRCCS-Roma che ha spiegato anche quali possono essere le cause e le conseguenze.
Dottoressa cosa succede al nostro organismo se dovesse entrare in contatto con un ambiente infetto?
“In generale, frequentare luoghi caldo-umidi e infetti, dove c’è una scarsa igiene, può provocare dei danni alla salute con conseguenze diverse per l’organismo, ad esempio se beviamo dell’acqua infetta il rischio è quello di contrarre la gastroenterite cioè l’infiammazione dello stomaco e dell’intestino tenue che si manifesta con due sintomi principali quali vomito e diarrea. Per quanto riguarda invece la pelle il rischio maggiore è quello della comparsa di irritazioni e infezioni cutanee causate proprio dal contatto con il batterio presente nelle acque e nella sabbia. L’infezione è facilitata da piccole soluzioni di continuo della pelle come piccole ferite o punture di insetti per cui il microrganismo penetra più facilmente nella cute e inoltre il caldo-umido facilita ulteriormente la colonizzazione batterica. Nei bambini spesso sono interessate le aree scoperte (arti e volto) ma anche le zone delle pieghe quali inguine e piega glutea.”
Tutti siamo a rischio, ma chi sono i soggetti maggiormente sensibili?
“Gli anziani, i bambini e tutti coloro che hanno una alterazione della barriera cutanea cioè persone con dermatiti irritative o con dermatite atopica che consentirebbe al batterio di svilupparsi più velocemente e creare delle infezioni”.
In questi casi cosa fare?
“Quando si manifestano i sintomi il consiglio è quello di evitare il“fai da te” e rivolgersi ad un dermatologo che a seconda dello stadio dell’irritazione potrà prescrivere o solo la terapia topica o/e anche quella sistemica”.
Quali sono i suoi consigli per la prevenzione?
“Lavarsi con acqua dolce dopo il bagno e cambiare il costume perché l’indumento umido favorisce le situazioni irritative”.