Nasce dalle cellule del mesotelio, ovvero dalle membrane che ricoprono gli organi interni, tra cui i polmoni. È questo il mesotelioma, il tumore raro diagnosticato al giornalista Rai ed inviato di guerra, Franco Di Mare che, intervenuto nella trasmissione “Che tempo che fa”, ha condiviso con i telespettatori il suo stato di salute. Visibilmente provato, Di Mare (68 anni) ha spiegato di avere necessità di un respiratore automatico e di dover fare i conti ormai da tempo con “un tumore molto cattivo, legato alla presenza di amianto nell’aria”. “Si prende – ha spiegato il reporter nel giorno in cui si celebra l’amianto a livello mondiale – tramite la respirazione di particelle di amianto, senza rendersene conto. Ha un tempo di conservazione di sé lunghissimo e quando si manifesta è troppo tardi”. Il mesotelioma maligno è un tumore raro che colpisce prevalentemente gli uomini.
In Italia, stando ai dati Airc, rappresenta lo 0,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e lo 0,3 per cento di quelli diagnosticati nelle donne. Secondo le stime dell’Associazione italiana registro tumori (AIRTUM), nel 2020 erano attesi circa 1.500 casi tra gli uomini e 500 tra le donne. Il 90 per cento dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto, un materiale che è stato utilizzato soprattutto negli anni ’70 e ‘80 del secolo scorso. Poiché intercorrono generalmente decenni tra l’esposizione all’amianto e l’eventuale insorgenza del mesotelioma, ci si attende che il numero di diagnosi continuerà a crescere di anno in anno per raggiungere il picco tra la seconda e la terza decade degli anni Duemila. Per legge, dato che spesso si tratta di una malattia da esposizione professionale, tutti i casi di mesotelioma vengono registrati all’interno del Registro nazionale mesoteliomi.
Così come avvenuto al reporter Rai, rimasto per troppo tempo nelle zone macchiate dai conflitti, la maggior parte dei mesoteliomi interessa persone entrate in contatto con l’amianto sul posto di lavoro. Il periodo di latenza, ovvero il tempo che intercorre tra l’esposizione all’amianto e la comparsa del mesotelioma, è molto lungo, circa 40-50 anni. Ai pazienti affetti da mesotelioma pleurico in stadio avanzato e non operabile, qualora non sussistano controindicazioni, viene proposta la chemioterapia con pemetrexed e sali di platino, come primo trattamento.
Foto tratta dalla pagina Facebook di Franco Di Mare