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Impennata dei casi Covid in Italia, particolare prevalenza della variante EG.5
Nelle ultime settimane i casi Covid in Italia registrano un particolare incremento accompagnato da un numero significativo di ospedalizzazioni. Così come documentato dal Monitoraggio settimanale curato dall’Istituto superiore di sanità, nel corso degli ultimi giorni la crescita è di +31%. Negli ultimi quattordici giorni i casi sono saliti a 44.953 a fronte dei 34.314 di metà novembre. Anche l’incidenza settimanale dei casi ogni 100 mila abitanti sale da 58 a 76 mentre l’Rt, l’indice di contagio, per la prima volta dopo diverse settimane torna sopra la soglia epidemica di «1», a quota «1,12».
“I numeri di Covid, ancorché sostanzialmente stabili negli indici più significativi e cioè l’impatto con le strutture ospedaliere, determinano la necessità di un maggior impegno da parte di tutte le Regioni sia sul piano della comunicazione che della organizzazione della vaccinazione in difesa dei più fragili”. A dirlo è il direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Vaia, commentando i dati del recente bollettino settimanale sull’andamento del Covid nel Paese, diffuso da Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità (Iss).
Nello specifico, il Ministero fa sapere che, così come era accaduto nel mese di settembre, nella settimana 9-15 novembre si sono registrati 34.319 nuovi casi positivi con una variazione di +28,1% rispetto alla settimana precedente (26.789); 192 i deceduti con una variazione di +17,8% rispetto alla settimana precedente (163); 224.522 i tamponi con una variazione di +13,5% rispetto alla settimana precedente (197.818) Il tasso di positività è stato del 15,3% con una variazione di +1,7% rispetto alla settimana precedente (13,5%). Il tasso di occupazione in area medica relativo è pari al 6,7% (4.167 ricoverati), rispetto al 5,9% (3.656 ricoverati) di 7 giorni prima. Il tasso di occupazione in terapia intensiva, infine, al 15 novembre è pari al 1,4% (122 ricoverati), rispetto al 1,2% (102 ricoverati) dell’8 novembre.
Nel nostro paese, secondo i dati di sequenziamento disponibili nella piattaforma nazionale I-Co-Gen, nelle ultime settimane di campionamento consolidate (dati al 20 novembre), sul fronte delle varianti di Sars-CoV-2, si continua ad osservare una predominanza di ceppi virali ricombinanti Omicron riconducibili a XBB. La variante Omicron, dominante, ha generato un sottoceppo, la HV.1, da cui sono nate le ultime varianti Eris e EG.5, ritenute dagli esperti «particolarmente forti».
Ma quali sono i sintomi correlati a queste nuove varianti?
Mal di gola, tosse, congestione o soffocamento, rinorrea (naso che cola), dolori muscolari, senso di affaticamento generale, febbre, brividi e mal di testa.