Si stima che in Italia circa 3 milioni di uomini soffrono di impotenza, con una prevalenza globale del 13% (pari al 2% tra 18 e 34 anni e del 48% oltre i 70 anni). Inoltre, stando ai dati forniti dalla Società italiana di urologia, il 30% dei maschi italiani è affetto da disturbi sessuali: il 15,5% da disfunzione erettile, il 7,6% calo della passione e patologie testicolari, e il 7,5% dall’eiaculazione precoce.
Per far fronte a questa disfunzione fisica davvero diffusa in tanti utilizzano il “francobollo dell’amore”, un piccolo rettangolino di pellicola imbevuto di Sildenafil da 25, 50,75, 100 milligrammi da sciogliere sotto la lingua per eliminare le difficoltà nel sesso. L’impotenza, o disfunzione erettile, nonostante sia così comune resta comunque un tabù legato a un tipo di cultura (quella italiana) che non parla del sesso, e se lo fa avviene a voce bassa. Si tratta dell’incapacità di avere o mantenere un’erezione adeguata per portare a termine un rapporto sessuale.
Nonostante sia una malattia “benigna”, l’impotenza danneggia lo stato di salute fisico e psicosociale del paziente e ha un forte impatto sulla sua qualità di vita e quella del/della partner.
Quando è intesa come disfunzione erettile, viene definita “impotentia erigendi” e non va confusa con la “impotentia generandi” e la “impotentia coeundi”. Nel primo caso il paziente non presenta un’erezione e quindi non è in grado di compiere l’atto sessuale; nella “impotentia generandi”, invece, c’è impossibilità fisica di avere figli perché si è in presenza di azoospermia, oligospermia (ridotta produzione di spermatozoi), astenospermia o astenozoospermia (ridotta motilità degli spermatozoi) o da un’anomalia degli spermatozoi. In generale, c’è un’incapacità a dar vita a un embrione vitale; nella “impotentia coeundi”, infine, si è di fronte a un’impossibilità fisica di eiaculare, ma con una normale capacità erettiva. Spesso è causata da un’incapacità di formare lo sperma (aspermia), oppure è causata da un’interruzione dei dotti deferenti, impedendo così l’emissione all’esterno del seme.
Diverse sono le cause poste a monte dell’impotenza: dalla sedentarietà all’obesità, dal fumo all’ipercolesterolemia, e ancora la sindrome metabolica, l’ipertensione e l’abuso di alcol. Non è da sottovalutare inoltre che oltre a tutti questi fattori di rischio può essere dovuta anche da una natura psicologica. Ansia, stress e depressione sono le cause più comuni nei pazienti giovani. In quelli più maturi, invece, generalmente ci sono ragioni organiche: alterazioni ormonali, del sistema nervoso, delle arterie o delle vene del pene. Infine, può essere iatrogena, cioè conseguenza di un intervento chirurgico (prostatectomia radicale) o dell’assunzione di alcuni farmaci (antidepressivi).
L’impotenza psicogena comprende numerose dinamiche mentali: dagli schemi fobici se la prestazione sessuale è vissuta come una prova, a una “distanza” dalla sessualità con finalità autoprotettive, per arrivare alla “protesta” o alla “vendetta” nei confronti del partner attivando vari meccanismi di difesa per allontanare o anche punire l’oggetto del rifiuto. Si tratta di motivazioni inconsce ma nella cruda realtà contemplano incapacità e inadeguatezza per ogni conveniente messa a fuoco.
Il paziente fatica ad avere e a mantenere un’erezione. Possono esserci altre disfunzioni della sfera sessuale: eiaculazione precoce o calo del desiderio sessuale perché si ha paura di insuccesso.
Se le motivazioni sono psichiche, organiche, ormonali o legate a interventi chirurgici, si cerca di eliminare la causa. Le terapie non causa-specifiche, invece, si strutturano su tre livelli: farmaci orali (come sildenafil e tadalafil), iniezioni con farmaci che servono a richiamare sangue nel pene oppure impianti chirurgici di protesi peniene.