Paura in India, nello Stato del Kerala, dove un bambino di 12 anni ha perso la vita a causa di un virus diffuso dai pipistrelli. Dopo aver accertato il decesso dell’adolescente, gli organi di polizia hanno isolato di due miglia l’abitazione della vittima dichiarando massima allerta a Malappuram e Kannur.
Sul caso è intervenuto lo stesso Ministro della Salute Veena George che insieme al National Institute of Virology (NIV) ha parlato di “allerta sanitaria”. Una notizia che certo non incoraggia il Paese asiatico popolato da 1,4 miliardi di persone che proprio in questi mesi sta affrontando i ritmi di una campagna vaccinale che stenta a decollare e che conta solo il 10% della popolazione immunizzato, e appena il 23% con una dose. A seguito della prima ondata registrata nell’estate 2020 e relativamente superata grazie alla rapida imposizione di un lockdown, a marzo 2021 il Paese ha vissuto una seconda drammatica ondata a causa di una quasi totale assenza di restrizioni e degli assembramenti creati in occasione delle riunioni religiose e sociali, dove si sono raggiunti picchi di oltre 400.000 casi al giorno.
Si tratta del virus Nipah (NiV, Nipah virus), un patogeno zoonotico presente soprattutto in Asia, con particolare permanenza in Bangladesh, che causa un’infiammazione cerebrale, difficoltà respiratorie, vomito, convulsioni, fino all’encefalite. Nipah ha origine nei pipistrelli della frutta (genere Pteropus), presenta un tasso di letalità che varia tra il 40 e il 70% e dipende dalla gravità del quadro clinico e dall’encefalite, nonché dalla disponibilità di cure mediche adeguate. L’età avanzata, il diabete e i sintomi neurologici determinano una prognosi certamente preoccupante.
Il virus, che fa parte della famiglia Paramyxoviridae, genere Henipavirus. si trasmette dagli animali agli esseri umani, ma può essere trasmesso anche attraverso alimenti contaminati o direttamente tra le persone. Gli studi hanno dimostrato che il virus può essere altamente contagioso durante il trasferimento da persona a persona, soprattutto se la vittima ha problemi respiratori preesistenti ed è anziana. Come già accaduto inoltre i pipistrelli possono trasmettere il virus a ospiti intermedi, soprattutto i maiali, che sviluppano una malattia respiratoria e possono trasmettere il virus agli uomini. È stata dimostrata una sieropositività nei gatti, nei cani e nei cavalli. Gli allevatori di maiali e gli addetti dei mattatoi sono a rischio.
Le tecniche diagnostiche più comuni sono le colture cellulari (effettuate in laboratori specializzati con un livello di biosicurezza 4), gli esami sierologici con il saggio immuno-assorbente legato ad un enzima (ELISA) o con anticorpi fluorescenti indiretti (IFA), e la retro-trascrizione con la reazione a catena della polimerasi (RT-PCR).