Il quartiere generale è l’Università Sapienza di Roma e il tema cardine è la salute. È iniziato nella giornata di ieri e si concluderà domani, venerdì 17 giugno, il primo Regional Meeting 2022 del World Health Summit italiano, importante occasione costruita sulla salute globale e promossa da M8 Alliance of Academic Health Centers, rete attualmente composta da 30 membri in 20 paesi, un network di importanti centri sanitari accademici, università e istituti di ricerca di tutto il mondo, tra cui l’InterAcademy Partnership (IAP), che rappresenta le accademie nazionali di medicina e scienza in 130 paesi.
Organizzato per la prima volta nel nostro Paese, nel corso di questi giorni al forum interverranno complessivamente oltre 100 scienziati ed esperti arrivati da tutto il mondo, che si confronteranno sul miglioramento della salute globale e in relazione allo sviluppo di soluzioni scientifiche e alle sfide sanitarie. Nel corso della giornata odierna interverranno il Presidente Internazionale del World Health Summit 2022 Eugenio Gaudio, la vice Presidente del Parlamento europeo Ewa Kopacz, la Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, il Ministro della Salute Roberto Speranza, la Ministra dell’Università e ricerca Maria Cristina Messa, il Presidente World Health Summit Axel Radlach Pries.Tra i temi affrontati in più di 20 sessioni: sviluppo e politiche dei vaccini; sfide e strategie; sistemi sanitari; sindrome metabolica e malattie croniche; nuove tecnologie e terapie personalizzate; nuove frontiere nella promozione dell’assistenza sanitaria. Chiaramente, l’occasione è preziosa a seguito di due anni caratterizzati da una pandemia globale e rispetto ai nuovi scenari, non del tutto positivi, che vengono a delinearsi sul fronte del terzo settore e dei servizi sociosanitari.
Proprio nel pomeriggio di ieri si è tenuto l’incontro sulle nuove frontiere nella promozione della salute. Il COVID-19 ha rappresentato una sfida importante per i governi di tutto il mondo e ha richiesto un impegno collettivo senza precedenti con un’immediata, e ripensata, risposta da parte dei sistemi sanitari. A tal proposito, l’Italia è stato il primo paese a sperimentare il cambiamento in Occidente ed è stato anche il primo paese, al di fuori dell’Asia, a imporre un blocco generalizzato che ha indotto i cittadini a vivere in un tempo sospeso e a riorganizzare il proprio asse spazio-temporale reinventando la propria abitazione e con questa anche le relazioni umane. Nel pieno del primo lockdown, il livello di pressione sugli ospedali è stato caratterizzante e solo il progredire della campagna vaccinale ha consentito al Paese di ripartire lentamente e con meno timori. Proprio su queste tematiche, e volgendo lo sguardo al mondo, si sono concentrati accademici italiani, esperti di agenzie governative e professionisti del Ministero della Salute con particolare riferimenti all’evoluzione avviata dal Sistema Sanitario Italiano.