INFARTO: DONNE A RISCHIO PIÙ DEGLI UOMINI. LA CAUSA? I SINTOMI DIVERSI E SPESSO SOTTOVALUTATI. PER MBA IL PROFESSOR ROSARIO ROSSI
Mal di schiena, dolore al collo, alle braccia e alla mandibola, reflusso gastrico, tutti sintomi che nelle donne possono essere risolti senza grossi problemi se non sono però associati a sudorazione algida e a dispnea (fatica a respirare). In questo caso, se non si interviene in tempo, i rischi per la salute potrebbero essere molto gravi.
Sulla base di recenti ricerche pubblicate sulla rivista medica British Columbia è emerso che negli ultimi anni sono il 19% le donne colpite da infarto contro un 13,7% degli uomini.
Perché si sta verificando l’aumento dell’indice di mortalità femminile?
La causa sembrerebbe essere la differenza dei sintomi spesso mascherati da stanchezza o dolori del corpo generalizzati, come mal di schiena, al collo, bruciore al petto o
“I sintomi di infarto nelle donne sono diversi dagli uomini – ha spiegato il Professor Rossi – e spesso sono mascherati da dolori che non fanno pensare a un infarto. Questo, negli anni ha determinato un aumento delle cause di morte da malattia coronarica del sesso femminile rispetto a quello maschile. Conosciamo la cardiopatia ischemica degli anni ’60-’70 con determinate manifestazioni sintomatologiche, fortunatamente la ricerca, e anche il nostro gruppo di emodinamica dell’Azienda ospedaliera Universitaria di Modena, sta studiando e approfondendo altre cause in modo tale da poter ridurre il rischio morte e intervenire in maniera tempestiva”.
Quali sono i sintomi che le donne non devono sottovalutare e in cosa si differenziano da quelli degli uomini?
“E’ provato che in 2 casi su 10 l’infarto, sia per gli uomini che per le donne, è asintomatico, mentre in 2 casi su dieci la donna avverte dolore al petto, sintomo invece più frequente negli uomini. E’ ovvio che non tutti i dolori articolari o il fastidio allo stomaco, come reflusso gastrico, sono sintomi da ricondurre al rischio di infarto. Se, però, il dolore è prolungato nel tempo e non accenna a diminuire, allora è consigliabile consultare il medico. Nel nostro centro effettuiamo anche il test prova con un farmaco antiacido per valutare se si è in presenza o meno di una coronopatia. Detto ciò, per la diagnosi tempestiva, occorre capire se il soggetto presenta dei fattori di rischio multipli, quali menopausa precoce (sotto i 45 anni), ipertensione e diabete. Solo in presenza di questi fattori correlati allo sforzo fisico i sintomi citati poc’anzi non devono essere sottovalutati e necessitano di esami approfonditi”.
Quali sono i suoi consigli?
“Prevenire è meglio che curare, soprattutto in questi casi in cui, come abbiamo spiegato, la tempestività assume un’importanza fondamentale. Il primo sforzo deve essere culturale, di tipo cardiologico e cioè, noi specialisti dobbiamo imparare a riconoscere nuove fattispecie di dolori e nelle ricerche dobbiamo includere più donne. Per quanto riguarda il paziente, invece, deve insospettirsi quando, associato a un dolore, avverte altri sintomi come fatica a respirare o sudorazione”.