Infezioni gravi e sepsi: 5 milioni di euro all’Università di Palermo per potenziare la ricerca

È di pochi giorni fa la notizia riguardante l’importante finanziamento PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) assegnato al progetto “Severe Infections and Sepsis clinical NEtwork for identification of clinical and diagnostic markers, immunological monitoring and “Target and tailored” therapies for adults, children and patients admitted to intensive care units (SIS-NET)” dell’Università degli Studi di Palermo – Dipartimento Medicina di Precisione in Area Medica, Chirurgica e Critica (Me.Pre.C.C.) diretto dal professore Giorgio Stassi, con il coordinamento della Cattedra di Anestesiologia diretta da Antonello Giarratano. Si tratta di un pacchetto corrispondente a 5 milioni di euro che – come precisa un comunicato stampa dell’UniPa – saranno destinati, nel dettaglio, alla creazione di una rete nazionale che faciliti la condivisione delle risorse e lo scambio di dati per l’identificazione e il monitoraggio di marcatori clinici, immunologici e diagnostici in pazienti con infezioni gravi e sepsi, e per la definizione di terapie target e personalizzate, in linea con gli obiettivi del programma di ricerca INF-ACT “One Health Basic and Translational Research Actions addressing Unmet Needs on Emerging Infectious Diseases”.

La sepsi è una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo  che danneggia tessuti e organi compromettendone il funzionamento. Senza una cura immediata può rivelarsi fatale (nel mondo infatti 1 decesso su 5 è ad essa associato). Come fa sapere il Ministero della Salute, che in occasione della Giornata mondiale dedicata a questa patologia (13 settembre) ha pubblicato una scheda di approfondimento nell’ambito della campagna di informazione e sensibilizzazione in corso, annualmente circa 47-50 milioni di persone  sviluppano sepsi, con almeno 11 milioni di decessi. Il 40% dei casi di sepsi riguarda bambine e bambini che non hanno ancora raggiunto i 5 anni. Può verificarsi la morte nel 3-4% dei neonati nei Paesi industrializzati e fino al 24% dei neonati in Paesi in via di sviluppo. Quando non letale, la sepsi può causare postumi fisici e psicologici a lungo termine, che richiedono trattamenti cronici accurati. In particolare, la sepsi neonatale è un’infezione che porta a gravi manifestazioni cliniche, spesso associate a deficit irreversibili a lungo termine.

Tutti possono sviluppare sepsi, a qualunque età, ma alcune persone hanno un rischio maggiore: adulti con età >60 anni, bambini di età <1 anno, persone con un sistema immunitario indebolito, persone affette da patologie croniche (come diabete, patologie renali croniche o neoplasie), pazienti portatori di presidi (come catetere urinario), pazienti ricoverati in ospedale (ad esempio sottoposti a procedure chirurgiche o diagnostiche invasive) e in lungodegenza.

I sintomi. Se ti senti estremamente in affanno con il fiato corto, confuso e non articoli bene le parole. Se ti senti molto dolorante, con malessere generale, brividi, febbre. Se non urini da tutto il giorno. Se hai la cute sudata, la pelle con marezzature o di color bluastro. In presenza di segni o sintomi come quelli sopra elencati, è necessario chiamare subito il medico curante o recarsi in Pronto soccorso.

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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