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Influenza in Italia, cala il numero di casi di sindromi simil-influenzali
Tutto nella media (stagionale). Per fortuna la situazione migliora anche se solo con la conclusione della stagione invernale si potrà essere realmente al sicuro. Stando ai dati diffusi dall’Istituto sanitario superiore, continuano a scendere i casi di sindromi simil-influenzali (ILI) nel nostro paese, anche se la circolazione resta comunque sostenuta. I bollettini della sorveglianza RespiVirNet (sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dei casi di sindromi simil-influenzali dei virus respiratori) evidenziano che nella seconda settimana del 2024, l’incidenza è a 14,1 casi per mille assistiti, mentre nella settimana precedente si era raggiunto il picco con 17,1 (dato aggiornato rispetto a quello diffuso la scorsa settimana a seguito dei ritardi di notifica). Scende inoltre la proporzione dei campioni positivi a influenza sul totale dei campioni analizzati (29,6% vs 37,4%). Insomma, tutti i dati sono coerenti con il quadro epidemiologico complessivo.
Intanto, nelle settimane in cui l’influenza comunque continua ad essere sorvegliato speciale, il Ministero della Salute predispone il nuovo Piano pandemico 2024-2028, ora al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. L’obiettivo è quello di definire un sistema di monitoraggio per le famiglie di virus “ritenute a maggior potenziale pandemico” (Adenovirus, Coronavirus, Enterovirus, Henipavirus, Orthomyxovirus, Orthopoxvirus, Paramyxovirus, Respirovirus, Rhinovirus e Rubulavirus) e una risposta immediata a un’eventuale nuova emergenza, che vuol dire precisare nello specifico le dinamiche di coordinamento tra gli enti coinvolti, su scala territoriale e nazionale al fine di evitare perdite di tempo. Inoltre, con questo si vuole provvedere allo stoccaggio di presidi di protezione, pianificare la predisposizione di reparti d’emergenza e formare il personale sanitario in tal senso.
Sulla base dei dati pubblicati dal Ministero, ad oggi tuttavia la situazione non genera particolare apprensione, anzi. Anche se la percezione comune è che nelle ultime settimane tutti cadano malati o per un’influenza (che in realtà è A/H1N1pdm09, la stessa “influenza suina” del 2009), o per COVID, oppure – ancora – per questo virus respiratorio sinciziale (RSV) il responsabile della bronchiolite nei più piccoli. I dati in realtà confermano un picco peggiore delle ultime settimane di questi virus, ma senza allarmi. L’insieme dei virus di quest’anno – fa sapere Il Sole 24 Ore – ha portato a un’epidemia più sentita, forse anche dovuta ai tassi di vaccinazione per COVID e influenza più bassi degli ultimi anni. Molti Paesi europei sono alle prese con un’epidemia di influenza stagionale e l’Italia, in particolare, sta affrontando una delle peggiori stagioni influenzali degli ultimi anni.