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Infortuni sul lavoro e malattie professionali: le parole del Presidente Mattarella
È il portale Inail a restituirci un resoconto aggiornato e drammatico rispetto al mondo del lavoro e al numero di decessi registrato nel corso del 2023. Da gennaio a dicembre le denunce di infortunio presentate all’Inail sono state 585.356, in calo del 16,1% rispetto alle 697.773 del 2022. Si tratta di un decremento dovuto quasi esclusivamente al minor peso dei casi da Covid-19, passati da circa 111mila nel 2022 a meno di 6 mila l’anno successivo. Al netto dei contagi, infatti, la riduzione degli infortuni sul lavoro “tradizionali” è molto più contenuta, di poco superiore all’1%. Sono questi i numeri contenuti all’interno del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, che analizza i numeri provvisori delle malattie professionali e degli infortuni denunciati nel 2023, rilevati alla data dello scorso 31 dicembre.
I primi dati del 2023 evidenziano che il calo del 16,1% delle denunce di infortunio è la sintesi del -19,2% dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 607.806 del 2022 ai 491.165 del 2023, e del +4,7% di quelli occorsi in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, da 89.967 a 94.191. Analizzando l’andamento per classe di età dell’infortunato, emergono diminuzioni in tutte le fasce a eccezione di quella degli under 20, che registra un aumento dell’11,7%, da 73.862 a 82.493 casi.
In vista del 1° maggio, giorno in cui si celebra la festa del lavoro, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito che non è possibile “accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre”. “Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse – anche una sola – è inaccettabile”, ha commentato. Parole che arrivano dopo che a febbraio i morti sul lavoro sono stati 119, il 19% in più rispetto allo stesso periodo 2023. Ed è proprio nel mese di febbraio che la Cei, Conferenza Episcopale Italiana, si è espressa sul tema del lavoro pubblicando il messaggio per la Festa dei lavoratori, “Il lavoro per la partecipazione e la democrazia”. “Le istituzioni – scrivono i vescovi italiani – devono assicurare condizioni di lavoro dignitoso per tutti affinché sia riconosciuta la dignità di ogni persona, si permetta alle famiglie di formarsi e di vivere serenamente, si creino le condizioni perché tutti i territori nazionali godano delle medesime possibilità di sviluppo, soprattutto le aree dove persistono elevati tassi di disoccupazione e di emigrazione. Tra le condizioni di lavoro quelle che prevengono situazioni di insicurezza si rivelano ancora le più urgenti da attenzionare, dato l’elevato numero di incidenti che non accenna a diminuire”.
Inoltre, rispetto al 2022 l’Inail ha registrato un aumento significativo delle denunce di malattie professionali: ben 67.094 casi sui 55.732 dell’anno precedente. L’incremento è del 20,4% ed è una curva che sale gradualmente dal 2019, a conferma di quanto oggi sia fondamentale monitorare attentamente la salute sul luogo di lavoro. Le malattie più segnalate sono state quelle legate al sistema osteo-muscolare, al sistema nervoso, all’orecchio, seguite dai tumori, malattie respiratorie e disturbi psichici.