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Ipertrofia prostatica benigna: cos'è, la diagnosi e le cure
L’ipertrofia prostatica benigna è un aumento volumetrico della ghiandola prostatica che frequentemente può andare incontro a trasformazioni maligne. Ne abbiamo parlato sul blog con il dott. Antonio Mottola, direttore della struttura complessa dell’urologia dell’Ospedale San Giuseppe Azienda USL Toscana Centro.
E’ un problema caro agli uomini nell’ambito dell’urologia, si tratta dell’ipertrofia prostatica benigna, una patologia che colpisce circa il 50% degli uomini dopo i 60 anni.
L’ipertrofia prostatica benigna è un aumento volumetrico della ghiandola prostatica che frequentemente può andare incontro a trasformazioni maligne, una percentuale che sale all’80% oltre gli 80 anni.
Quali sono i sintomi e come si procede per l’iter diagnostico? Come si differenzia dal carcinoma alla prostata?
A spiegarlo il direttore della struttura complessa dell’urologia dell’Ospedale San Giuseppe Azienda USL Toscana Centro, Antonio Mottola.
“La prostata – ha spiegato Mottola – è un ghiandola che, per la sua localizzazione essendo situata al di sotto del collo della vescica e intorno al primo tratto dell’uretra, ovvero il canale che porta l’urina dalla vescica, aumentando di dimensione provoca un sollevamento del collo vescicale ed uno schiacciamento dell’uretra. Questo genera dei sintomi importanti irritativi come la necessità di urinare più frequentemente e sintomi ostruttivi, come la difficoltà a urinare, o uno getto urinario ridotto fino ad arrivare ad una ritenzione urinaria per cui è necessario posizionare un catetere vescicale. Per risolvere il problema c’è sia la terapia di tipo medico che quella chirurgica. La prima è sintomatica, ovvero riduce i sintomi ma non la scomparsa della patologia e ha degli effetti collaterali da non sottovalutare. La terapia chirurgica invece, viene eseguita quando la situazione si complica con infezione urinaria, diverticoli vescicali o con ritenzione urinaria. Ci sono 3 forme chirurgiche, una delle quali, per la resezione della prostata, si esegue con il laser . L’intervento con il laser presenta dei vantaggi: riduce l’ospedalizzazione del paziente e riduce il sanguinamento. Quest’ultimo fattore permette di effettuare interventi chirurgici anche a quei pazienti che per motivi cardiovascolari, prendono degli anti aggreganti e non possono sospendere la terapia”.
Qual è la diagnosi dell’ipertrofia prostatica benigna?
“La diagnosi avviene con visita urologica che consiglio di effettuare annualmente dopo i 50 anni, e completata con degli esami di laboratorio ed un’ecografia transrettale”
Molto diverso dall’ipertrofia prostatica è il carcinoma della prostata, un tumore maligno da cui anche grazie a una buona prevenzione e a una diagnosi precoce, si può guarire.
La diagnosi differenziale tra l’ipotrofia prostatica benigna e il carcinoma della prostata come avviene?
“Dal punto di vista clinico e quindi della sintomatologia purtroppo non ci sono differenze tra l’ipotrofia prostatica benigna e il carcinoma della prostata. La diagnosi differenziale avviene attraverso l’esplorazione rettale e si basa sul valore dell’esame di laboratorio PSA – antigene prostatico specifico – anche frazionato e il rapporto tra il Psa e volume della prostata. Abbiamo a disposizione anche la risonanza magnetica multi parametrica della prostata che da delle indicazioni precise per effettuare la biopsia prostatica. Per il carcinoma della prostata la diagnosi precoce è fondamentale perché quando il tumore è ancora nella fase iniziale, ovvero è circoscritto alla ghiandola prostatica, il paziente con le terapie adeguate ha la possibilità di guarire. Sia per l’ipertrofia prostatica che per il tumore esiste una certa familiarità, con una frequenza superiore di andare incontro alle patologie, in questi casi il consiglio e quello di effettuare il follow up più frequentemente e non 1 volta l’anno”