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Istat, nel 2016 crollano le nascite. Superato il minimo storico
Cosa sta succedendo? Perché l’Italia risulta essere uno dei Paesi con il più basso tasso di nascite?
In Italia si fanno sempre meno figli. Secondo gli indicatori demografici forniti dall’Istat nel 2016 si è superato il minimo storico per le nascite registrato nel 2015.
Numeri alla mano: due anni fa i bambini nati in Italia sono stati 486mila, mentre lo scorso anno il numero è sceso a 474mila. La fecondità è ridotta a 1,34 figli per donna (1,35 nel 2015), che è la media tra i figli per donna straniera residente in Italia (1,95) e quella, decisamente più bassa, per donna italiana (1,27). L’età media in cui si diventa madre è salita a 31,7 anni.
Il calo è compensato dagli immigrati: il saldo naturale, costituito sottraendo i decessi dal bilancio delle nascite, registra nel 2016 un valore negativo per 134mila persone. È il secondo maggior calo di sempre, superiore soltanto a quello del 2015 (-162mila), ma il valore non incide sul numero di residenti, perché equivale al saldo opposto, positivo, nei flussi migratori con l’estero: +135mila persone.
La popolazione italiana risulta quindi essere sempre più anziana (il 22% ha 65 anni) e l’Italia si conferma ancora una volta il Paese più longevo d’Europa. La speranza di vita alla nascita raggiunge 80 anni e sei mesi per gli uomini e 85 anni e un mese per le donne. Ci sono importanti differenze nelle regioni sulla speranza di vita, infatti, secondo l’Istituto, i valori massimi continuano ad aversi nel Nord-Est, dove gli uomini possono contare su 81,1 anni di vita media e le donne su 85,6. Quelli minimi, invece, si ritrovano nel Mezzogiorno, con 79,9 anni gli uomini e 84,4 le donne, uno scarto di un anno e due mesi. Che sale a circa tre anni se si confrontano le donne della provincia di Trento, le più longeve nel 2016 con 86,4 anni di vita media, e le residenti in Campania, in fondo alla graduatoria con 83,5 anni. Segno evidente che le disparità economiche e nelle prestazioni sanitarie hanno una conseguenza diretta sulla durata della vita.
Cosa sta succedendo? Perché l’Italia risulta essere uno dei Paesi con il più basso tasso di nascite?
Vero è che la riduzione delle nascite riguarda tutti i Paese industrializzati, ma gli esperti fanno sapere che il Bel Paese è riuscito ad ottenere il primato. Davanti all’Italia solo la Svizzera.
Secondo il sociologo danese Gøsta Esping-Andersen in alcuni Paesi, tra i quali l’Italia, la rivoluzione di genere partita dalla maggiore istruzione femminile infine si è bloccata: la società non si è adattata alle madri lavoratrici né dentro le famiglie, né dentro il mercato del lavoro, e uno dei risultati è, appunto, una bassissima fecondità permanente.
Dello stesso parere è anche Maria-Letizia Tanturri dell’Università di Padova, che insieme con altre quattro ricercatrici internazionali, nel numero 33 del 2015 del Working Paper Series Families and Societies, ha affermato che in Italia una donna su cinque, tra le 40-44enni, non ha figli.
“La nostra società – ha detto – è organizzata con delle rigidità che non rispondono più alla situazione reale. Gli asili sono pochi e costosi e hanno orari talvolta inconciliabili con quelli delle donne normali. Non penso alle manager, ma alle commesse, alle mamme che fanno i turni e non hanno nonni sui quali contare, perché distanti, perché lavorano ancora o perché troppo anziani e malati. Come possono organizzarsi?”.
Ai posteri l’ardua sentenza.